Camusso: Fiat confermi impegni e smetta divisioni tra i lavoratori

L'incontro di mercoledì a Torino tra governo azienda e parti sociali «sarà importante e potrà essere utile se rappresenterà da parte della Fiat l'esplicitazione di un piano industriale che confermi l'obiettivo del raddoppio della produzione e della saturazione degli stabilimenti, salvaguardando l'occupazione. E se vorrà chiudere la stagione di separazione e ritorsione nei confronti dei lavoratori». Lo afferma il vice segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, partecipando ad un dibattito organizzato nell'ambito della festa di Sinistra ecologia e libertà. «Nessuna storia - torna però ad avvertire il numero due della Cgil - nemmeno nella Fiat, dice che la riduzione dei diritti aumenta l'efficienza degli impianti. Questo è il confine per discutere di temi veri», dice Camusso, che riferendosi all'ipotesi della costituzione di una newco per Pomigliano, aggiunge: «Tutte le ipotesi contrattuali non sono mai state in deroga al contratto nazionale. Non vedo alcuna ragione che porti alla non applicazione del contratto nazionale che non sia una ragione di riduzione dei diritti dei lavoratori». Questo «è uno scopo che non può essere nè condiviso, nè accettato», a meno che, sottolinea, l'ipotesi di una nuova società non rientri «nell'ambito di una organizzazione societaria all'interno della Fiat. Se è altro, non va bene». Camusso esprime comunque «preoccupazione» nel chiedersi «dove sia la testa dell'azienda» e chiede chiarezza su «quali modelli, quali investimenti sono in campo, perchè in realtà troppi stabilimenti hanno modelli che la stessa Fiat dichiara di essere in via di esaurimento. Vorremmo anche - dice ancora il vice segretario generale della Cgil - un piano industriale fatto di impegni che non possano essere cambiati di giorno in giorno, a seconda di dove si parla e di quali sassolini ci si toglie». Un'ultima battuta il numero due di corso d'Italia la riserva nei confronti della convocazione del tavolo stesso: «Un incontro a Torino con il ministro Sacconi significa che il paese non solo non ha una politica industriale ma non ha neppure un soggetto fisico che possa occuparsene».(ANSA).