PERUGIA - Sulla vicenda licenziamenti alla Telecom interviene l'assessore alle politiche del lavoro della Provincia di Perugia Giuliano Granocchia.
"Il nuovo piano industriale annunciato dalla Telecom che prevede un consistente taglio agli investimenti, ulteriori ipotesi di esternalizzazione dei call-center aziendali e tagli pesanti ai livelli occupazionali (circa 7.000 di cui 3700 nei prossimi mesi) avrà degli effetti prevedibilmente negativi anche per le lavoratrici ed i lavoratori umbri e della nostra provincia occupati in questa grande azienda le cui attività dovrebbero essere ritenute strategiche per l'intera nostra economia.
La mobilitazione messa immediatamente in campo dalle Organizzazioni sindacali richiede un sostegno ed una risposta immediata da parte delle Istituzioni umbre, Regione, Province ed Enti locali. L'eventuale ed auspicabile convocazione di un Tavolo regionale di confronto per esaminare le previsioni del Piano industriale relative all'Umbria ci trova da subito disponibili e pronti a fare la nostra parte per vigilare attentamente sulla vertenza e per evitare i contraccolpi e le prevedibili e pesanti ricadute occupazionali sul nostro territorio.
Il nuovo Piano industriale di Telecom necessita di un intervento di correzione da parte del Governo che eviti l'abbattimento dei livelli occupazionali e che determini la preservazione ed il rilancio delle attività di questa azienda nel settore strategico per il nostro Paese della telefonia e delle telecomunicazioni, come sta accadendo proprio in questo momento nei Paesi europei più lungimiranti.
L'incontro annunciato dal Governo per la prossima settimana, in assenza di una mobilitazione e di un coinvolgimento delle Regioni e delle Istituzioni locali, rischia di risolversi in un ennesimo nulla di fatto in quanto il Ministero dello Sviluppo economico risulta essere tuttora privo di un titolare effettivo e di conseguenza di una direzione politica minimamente capace di predisporre o imporre scelte di politica industriale per la difesa e il rilancio del sistema economico ed industriale del Paese.
Di questa intrinseca debolezza, di questa incapacit sostanziale e di questo rischio ne sono testimonianza le stesse dichiarazioni dei suoi rappresentanti che, proprio nell'annunciare l'incontro, mettono le mani avanti dichiarandosi in partenza indisponibili ad entrare nel merito del Piano industriale relativamente ai presunti esuberi e ai certi tagli occupazionali che in esso si prevedono.
I gravi ritardi accumulati dal nostro Paese nella mancata incentivazione dell'informatizzazione di massa e dell'uso di internet e nella realizzazione di una rete nazionale di fibre ottiche rischiano dunque di essere pagati tutti insieme ed in una sola volta e come al solito dalle lavoratrici e dai lavoratori italiani. Il gigantesco processo di privatizzazione avviato negli anni 90 pare dunque che non abbia sortito grandi risultati sotto il profilo economico, se non per i manager che ne hanno beneficiato, nè abbia determinato gli effetti attesi con cui essa si giustificò nei termini di una modernizzazione del Paese e della sua rete di telecomunicazioni.
La situazione che il Piano industriale di Telecom impietosamente ci descrive la conferma che in questi anni non c'è stato nessun benchmarking con i Paesi all'avanguardia nell'economia post-industriale e ad alto contenuto di tecnologia. La privatizzazione determinò un ingente spostamento di ricchezza comune dallo Stato ai privati spesso con il solito e deteriore meccanismo della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti. Proprio per questo il Governo non può lavarsi oggi le mani di fronte a questa ennesima sciagura per l'economia nazionale e per l'occupazione ma, vantando questo poderoso credito nei confronti di Telecom, deve concretamente intervenire a contrastare le volontà del Gruppo di tagliare indiscriminatamente i livelli occupazionali, e deve fare la sua parte di politica economica ed industriale entrando direttamente nel merito di un Piano industriale che, anzichè investire su un settore così strategico, sembra più predisposto per confermare le migliori condizioni per continuare a spartire tra i soci utili e profitti ingentissimi ma alla breve distanza e senza grande respiro, determinando lo smantellamento di fatto di molte attività e servizi innovativi e per ciò stesso anche economicamente utili.
Per quanto mi riguarda voglio dimostrare nell'immediato la mia vicinanza e quella dell'amministrazione provinciale a sostegno della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori umbri della Telecom partecipando ad ogni ulteriore iniziativa che le loro rappresentanze metteranno in campo nei prossimi giorni".
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