Redazione
CGIL la situazione peggiora ulteriormente, in particolare per i giovani. Indagine Istat
ROMA - Tremonti e la Marcegaglia vedono un Italia che non c’è. Il ministro che ha notevoli sbalzi di umore un giorno vede nero e dice che servono sacrifici da parte di tutti proprio per garantire un futuro ai giovani. Naturalmente sacrifici deve farli chi li fa da tutta una vita. I ricchi e gli evasori possono dormire sonni tranquilli.
Poi il tributarista cambia umore e scopre addirittura che cresce l’occupazione. Allora perché fare sacrifici? Il ministro è smentito dall’Istat che lancia l’allarme: la disoccupazione è salita al 9,1%, il livello del 2005. Ed oggi arriva un ulteriore conferma dell’Istat che ha registrato un calo nelle grandi imprese nel mese di aprile pari allo 0,1%. La Marcegaglia se la prende con la Cgil per lo sciopero: Ci vuole la manovra dice, perché c’è la crisi. Ma in televisione, sempre lei, annuncia che è iniziata la ripresa e in questo senso addomestica una indagine svolta proprio da Confindustria di cui è presoidente La Cgil , puntigliosamente, sulla base dei dati resi noti dall’Istituto di statistica, ha costruito una vera e propria radiografia dello stato dell’occupazione con una avvertenza: l’analisi dell’Istat riguarda il primo trimestre di questo anno, ma nei mesi seguenti la situazione né addirittura peggiorata.
Il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 è salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) dal 7,9% dello stesso periodo del 2009. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 2005. E' questo il dato che emerge dall' indagine ISTAT su occupati e disoccupati del primo trimestre 2010. In particolare il tasso di disoccupazione maschile sale dal 6,8% del primo trimestre del 2009 all'8,1%, mentre quella femminile passa dal 9,5% al 10,5%. Nei giovani tra 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione raggiunge il 28,8%. A livello territoriale, alla riduzione del Nord (-0,6%, pari a -67.000 unità) e soprattutto del Mezzogiorno (-2,2%, pari a -139.000) si accompagna la stabilità del Centro.
L'occupazione nel primo trimestre del 2010 è diminuita di 208 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2009. Quindi, il calo degli occupati, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica, è pari allo 0,9% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. La perdita dell'occupazione è la sintesi di una significativa riduzione della componente italiana (-391.000 unità) e di una sostenuta crescita di quella straniera (+183.000 unità). Prosegue la forte riduzione del numero degli occupati nell'industria in senso stretto, soprattutto nel Nord.
Il numero di persone in cerca di occupazione, nel primo trimestre del 2010 ha raggiunto quota 2,273 milioni, con un aumento del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2009. Con questo dato precisa l'ISTAT si ritorna ai livelli del 2001.
“Dati negativi eppur già vecchi: sappiamo già purtroppo che la situazione è ulteriormente peggiorata, in particolare per i giovani”. E' questo il commento relativo ai dati ISTAT del Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni.
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