PERUGIA - Una delegazione di una trentina di lavoratori metalmeccanici delle aziende della provincia di Perugia, insieme alla segreteria provinciale della Fiom e alla Cgil dell’Alta Umbria, si recherà a Pomigliano in occasione della Assemblea nazionale dei metalmeccanici il giorno 1 luglio 2010. La presenza dei lavoratori non sarà solo una testimonianza di solidarietà verso i lavoratori dell'azienda Giambattista Vico di Pomigliano, in quanto ciò che si sta discutendo nello stabilimento della Fiat non riguarda solo quei lavoratori e non è una eccezione, ma riguarda l’intero apparato produttivo del Paese ed il sistema di relazioni industriali che si intendono affermare ed utilizzare per uscire dalla crisi. I lavoratori perugini sono interessati al piano industriale presentato dall’Amministratore delegato della Fiat Marchionne, che si pone l’obiettivo di produrre in Italia nel 2014. In Umbria ed in modo particolare nell’alto Tevere, dove sono localizzate la maggior parte delle circa 80 aziende legate alla filiera dell’automotive, l’impatto del piano industriale non è ancora chiaro, sull’insieme del ciclo produttivo dell’auto e sulle conseguenti ricadute occupazionali sia rispetto ai volumi, ai modelli da produrre, ma soprattutto ai modelli produttivi e relazionali che si intendono implementare. Chiaramente l’interesse è che il piano si concretizzi e che sia l’occasione di un rilancio di sistema che coinvolga tutto l’apparato produttivo legato all’auto. Sarebbe stato utile un accordo condiviso e di prospettiva, che con l’occasione dell’investimento Fiat ridisegnasse l’intero settore dell’auto, visto l’alto impatto nel sistema produttivo italiano. Ma Fiat, sostenuta ed incentivata dal Governo, ha deciso invece di lavorare per la divisione sindacale di basso profilo, colpendo i diritti dei lavoratori e violando la Costituzione. Data l’importanza che riveste il comparto auto anche per la nostra Regione, con gruppi anche di rilevanza nazionale ed internazionale, la presenza dei lavoratori perugini all'assemblea di Pomigliano è una testimonianza di vicinanza ai lavoratori ed alla Fiom per la battaglia sostenuta, ma è anche un segnale chiaro contro l'idea che il modello prospettato nell’accordo venga esportato e riprodotto in peggio nell’indotto e nel sistema dell’automotive umbro. Per questo sono chiamate in causa le diverse istituzioni locali nel rapporto con il Governo e le Associazioni imprenditoriali al fine di preservare e sviluppare un comparto, che sicuramente nel territorio ha una sua valenza industriale ed occupazionale rilevante e per dire chiaramente che è necessario costruire lo sviluppo e nuovi investimenti senza comprimere i diritti e violare la Costituzione. Condividi