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MILANO - Il pm di Milano Eugenio Fusco si è opposto alla concessione del rinvio per legittimo impedimento chiesto dal ministro Aldo Brancher in quanto, nella documentazione della presidenza del Consiglio, "non sono minimamente precisati" quali sono gli impegni ministeriali dello stesso Brancher. "So che è ministro senza portafoglio - ha argomentato il pm - ma non so con quali deleghe del presidente del Consiglio". "Se non conosco le deleghe di questo ministro - ha detto - come posso immaginare quali sono i suoi impegni istituzionali?". Il magistrato, opponendosi alla richiesta di legittimo impedimento presenta dal ministro Aldo Brancher nel processo che lo vede imputato di tentativo di scalata ad Antonveneta, ha detto di sentirsi "preso in giro" in quanto dalla certificazione addotta "non si capisce quali deleghe il ministro abbia". "Insomma non so che ministro è". Pur evidenziando profili di incostituzionalità del provvedimento sul legittimo impedimento, il Pm non ha chiesto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. Ha detto, però, che nel caso in cui il giudice dovesse decidere di farlo sarebbe inevitabile uno stralcio della posizione di Brancher rispetto a quello della moglie, Luana Maniezzo, coimputata del ministro. Qualora il giudice Anna Maria Gatto dovesse ritenere sindacabile il legittimo impedimento "si aprirebbe la strada a un confluitto di attribuzione tra poteri dello Stato", ha spiegato uno dei legali del ministro, Filippo Dinacci. Le parole di Napolitano sono "una opinione autorevole ma che non può, né deve avere peso processuale", ha aggiunto. "Nessuno deve strumentalizzare in alcun modo la figura del presidente della Repubblica". Il giudice del Tribunale di Milano Anna Maria Gatto deciderà il prossimo 5 luglio (data in cui è prevista la prossima udienza) sulla richiesta di legittimo impedimento. Intanto non si placano le polemiche. "Sarebbe opportuno che Berlusconi intervenisse presto con l'unica soluzione possibile: quella di invitare Brancher ad andare immediatamente dinanzi al giudice rinunciando al legittimo impedimento. E' questa l'unica soluzione per evitare una lunga e complessa serie di problemi che potrebbe costare cara al governo in termini di fiducia, consenso e agibilità parlamentare e politica". Lo scrive sul sito di generazione Italia il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, che evidenzia come l'attuale situazione rischi tra l'altro di affossare una buona legge come quella sul legittimo impedimento. "E' d'obbligo chiedersi - sottolinea l'esponente finiano del Pdl - chi abbia avuto questa idea geniale" nonché "chi abbia pensato che potesse passare inosservata la nomina di un ministro pochi giorni prima del processo e che poi ha la non felice idea di appellarsi al legittimo impedimento ancor prima di avere le deleghe dal Consiglio dei ministri". "Se Brancher avesse un minimo senso istituzionale e una minima dignità di uomo politico si sarebbe già dimesso dalla carica di ministro, in segno di rispetto verso lo Stato, la magistratura e soprattutto i cittadini italiani di cui si è fatto beffa. Sfruttare una legge - di per sé ingiusta- come il legittimo impedimento, in più senza averne i requisiti, è un fatto doppiamente grave, diciamo anche un doppio abuso. Brancher è perciò indegno della carica che ricopre e a cui, per altro, è approdato per garantirsi la fuga dalla giustizia, davanti alla quale è chiamato a rispondere per il caso Antonveneta-Bpi. Purtroppo questo Governo sta trasformando l'Italia in una terra di nessuno del diritto e della legge, dove al potere è garantita l'immunità con leggi ad hoc che violano la Costituzione e umiliano l'etica pubblica. Una miseria morale e politica tanto profonda da essere quasi una 'violenza' di Stato verso i cittadini e la democrazia, che meritano di essere governati da una dirigenza ben diversa da questo serraglio vergognoso che si autodefinisce esecutivo". Lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato IdV. Sul caso Brancher, il Capo dello Stato ha messo le cose a posto. Le istituzioni non possono essere usate per fini di convenienza personale. E' grave quel che è avvenuto ma il presidente Napolitano ha richiamato tutti alle proprie responsabilità. Adesso Brancher deve dimettersi da ministro! Solo così le istituzioni recupereranno credibilità. Per questo, Italia dei Valori presenterà lunedì prossimo una mozione di sfiducia". Ad affermarlo è Nello Formisano (Idv), vice-presidente della Commissione Bicamerale per la Semplificazione. Nel frattempo Brancher ha annullato la sua partecipazione domani di "Sky Tg24 'L'intervista', l'approfondimento settimanale affidato a Maria Latella. A renderlo noto la stessa conduttrice, che ha detto di aver ricevuto pochi minuti fa la telefonata dal ministro che le diceva di essere "dispiaciuto" e costretto ad "annullare la partecipazione" in attesa di chiarire la sua situazione con il presidente del Consiglio. "Ho insistito chiedendogli - spiega Latella all'Ansa - di venire lo stesso per parlare della vicenda senza entrare nel merito dei suoi chiarimenti con Berlusconi ma Brancher mi ha chiesto di aspettare, e mi ha assicurato che avrebbe provato a partecipare alla puntata di domenica prossima". CALDEROLI, DIMISSIONI? GIUDICHI LUI - "Io credo che il fatto di fare il ministro sia una cosa, sottoporsi agli adempimenti della giustizia di un'altra: ciascuno sceglie per quello che è la sua responsabilità, penale e personale, e quindi giudichi lui che cosa deve fare". Così il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha risposto a una domanda dei giornalisti sulle eventuali dimissioni del ministro Aldo Brancher. Fermato al suo arrivo a un convegno delle donne della Lega Nord all'auditorium Gaber a Milano, Calderoli ha anche detto di non essersi pentito di aver accompagnato Brancher al giuramento al Quirinale: "Assolutamente no, non sono pentito - ha detto - perché un conto è il suo ruolo politico, che ha svolto fino ad oggi, e un conto sono altre vicende. Poi c'era anche il presidente della Repubblica, andate a chiederlo a lui...". I giornalisti hanno dunque chiesto al ministro leghista come abbia giudicato l'intervento del Colle di ieri sul caso Brancher. "Si figuri se un ministro può commentare quello che dice il presidente della Repubblica", ha tagliato corto Calderoli. Condividi