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PERUGIA - E' ''il sistema di relazioni intessuto da Diego Anemone che puo' essere posto alla base della sistematica acquisizione di appalti pubblici, nonche' dei favori elargiti in funzione della grossa speculazione sottesa all'operazione Salaria sport village''. Lo ha sostenuto il gip di Perugia nell'ordinanza con cui ha disposto il divieto di lavorare con la pubblica amministrazione per otto mesi per il centro sportivo e per la societa' Sportiva Romana. Si tratte delle due aziende che secondo gli inquirenti perugini fanno capo all'imprenditore Diego Anemone, al centro della cricca degli appalti. Il giudice Massimo Ricciarelli ha comunque escluso dal divieto ''la partecipazione a gare ad evidenza pubblica caratterizzate da pubblicazione dei bandi, segretezza delle offerte e garanzia per la concorrenza''. I pm perugini avevano chiesto per le due aziende il commissariamento, respinto pero' dal giudice, in particolare in relazione alle indagini sugli appalti per i mondiali di nuoto a Roma. Dagli accertamenti e' emerso che la Societa' Sportiva romana e' proprietaria degli immobili del Salaria sport village a Settebagni ed entrambe le strutture societarie sono riconducibili ad Anemone, risultato socio al 50 per cento con il figlio di Angelo Balducci, Filippo, della stessa Societa' Sportiva romana le cui quote sono state poi da entrambi cedute ad altre societa'. Secondo gli inquirenti le due famiglie avrebbero tentato una speculazione immobiliare con un ampliamento del centro sportivo di Settebagni attraverso la realizzazione di nuove opere per un valore di 36 milioni di euro. Nell'ordinanza del gip Ricciarelli e' tra l'altro scritto che ''e' indubitabile'' come proprio Anemone ''fosse al centro del traffico di favori prestati dai compiacenti funzionari, a lui stabilmente collegati in rapporti di tipo societario o parasocietario, come il tipo di intese con Angelo Balducci consente agevolmente di ritenere''. Nell'ordinanza sono riportati stralci degli atti delle indagini svolte tra Perugia e Firenze. E' stato tra l'altro nuovamente ricostruito il viaggio compiuto a San Marino il 17 ottobre del 2008 da Stefano Gazzani, il commercialista di Anemone e Balducci. Secondo i pm in questa occasione vennero intestati dei beni alla madre dell'ex commissario per i mondiali di nuoto Claudio Rinaldi. Gli inquirenti hanno quindi ritenuto che il viaggio venne organizzato da Anemone ''nell'interesse'' di Rinaldi e ''ha avuto ad oggetto una attivita' di gestione di fondi da occultare a San Marino''. Condividi