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ROMA - Una verità diversa da quella raccontata da Guido Bertolaso, potente capo della Protezione Civiole Itaoliana, è quella raccontata oggi da Raffaele Curi in merito all'appartamento di via Giulia Curi, infatti, racconta di aver acquistato l'appartamento ''verso la fine degli anni Settanta'' da Alberto Roda e, dunque, di non aver nulla a che fare con Propaganda Fide ne' con il cardinale Sepe, ''che non ho mai conosciuto''. Nell'interrogatorio di mercoledi', Bertolaso ha spiegato ai magistrati di Perugia di aver contattato ''personalmente'' l'attuale arcivescovo di Napoli, che conosceva da tempo. Nella primavera-estate del 2003 il sottosegretario aveva infatti chiesto e ottenuto, per vicende personali, di soggiornare presso il collegio universitario di Propaganda Fide a Roma. Ma la sua attivita' lavorativa, ha sostenuto lui stesso nella nota diffusa mercoledi' dopo l'interrogatorio, si era pero' ''mostrata incompatibile con il regime di vita degli studenti dell'ateneo a causa degli orari imposti dalla sua attivita' istituzionale''. A quel punto Sepe indirizzo' Bertolaso dal professor Silvano, che gli mise a disposizione l'appartamento di via Giulia. Il sottosegretario ha anche sostenuto di avere soggiornato nella casa ''per un breve periodo nel 2003'' quando torno' a vivere nella sua abitazione e ai magistrati ha anche rivelato di aver mantenuto la disponibilita' dell'appartamento, senza comunque soggiornarvi, per un altro anno, quando restitui' le chiavi. Dunque nel 2004. Oggi pero' Curi dice di aver riavuto le chiavi, ''da Zampolini'' nel 2007: quindi tre anni dopo di quanto sostenuto da Bertolaso. Come mai questa differenza di tempi? ''Non lo so - risponde - dovete chiedere ad altri. E comunque in quella casa non c'e' mai stato nessun altro''. ''Era Zampolini a pagare l'affitto per Bertolaso, io non ho mai sentito nulla di Anemone''. E di Sepe o del professor Silvano? ''Non ne so nulla, io ho avuto a che fare solo con Zampolini'' ripete il regista. Quanto al canone ricevuto - concordato in 1.500 euro - Curi sostiene che ''nei quattro anni, sara' stato pagato poco piu' della meta' dell'interno importo che avevamo concordato. E non a scadenze fisse ma a periodi alterni, soprattutto in seguito alle mie proteste''. Un pagamento, tra l'altro, in nero. ''Io ho chiesto piu' volte a Zampolini che fosse firmato il contratto - racconta - ma lui mi rispondeva che Bertolaso non aveva mai tempo. E cosi' mi hanno pagato in nero''. Anche per quanto riguarda le bollette delle utenze, la versione di Raffaele Curi e' opposta a quella del sottosegretario. Ai magistrati infatti Bertolaso ha detto di aver pagato lui tutte le utenze. ''Non avevo fatto la voltura di tutti i contratti - spiega oggi Curi - e dunque non posso escludere che abbia pagato parte di quelle intestate a Roda. Ma tutte quelle intestate a me, io le ho date a Zampolini e lui mi diceva che avrebbe provveduto a saldarle''. Condividi