ASSISI - Alla fine anche la pioggia, che era data per certa, ha voluto “fare la pace” con i 100mila della Perugia Assisi. Così, anche questa edizione della manifestazione, nata per idea del filosofo Aldo Capitini nel 1961, è stata una festa lunga 24 chilometri, quelli che separano il capoluogo umbro dalla Rocca della città di San Francesco. Un interminabile serpentone fatto di colori, messaggi, slogan, motivazioni di ogni genere portate da associazioni, enti locali (518 in rappresentanza di 600 città) partiti e sindacati, questi ultimi per la prima volta tutti insieme, come ha sottolineato con soddisfazione Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil: “E' davvero importante che Cgil, Cisl e Uil camminino oggi insieme da Perugia ad Assisi – ha detto Piccinini - in una manifestazione che si caratterizza per la forte presenza del mondo del lavoro e delle sue istanze”.
E infatti questa edizione della Marcia si è connotata proprio per la grande partecipazione di lavoratori, soprattutto di quelli che in questo momento sono maggiormente in difficoltà. Una presenza distribuita lungo tutti i 24 chilometri del tragitto, sia all'interno del corteo, ad esempio con i lavoratori della ThyssenKrupp di Terni che hanno sfilato in tenuta da lavoro, sia in alcuni presidi posizionati in vari punti del percorso. A Ponte San Giovanni c'erano quelli della scuola, con i sindacalisti della Flc vestiti da scolari a denunciare i drammatici effetti dei tagli portati dalla “riforma Gelmini”, e insieme a loro c'erano anche i lavoratori dell'Agroindustria, quelli della Perugina e quelli della San Gemini Fruit, attualmente in cassa integrazione.
A Santa Maria degli Angeli invece, all'altro capo del percorso, si sono dati appuntamento i lavoratori delle due vertenze simbolo della crisi in Umbria, Merloni e Basell, che insieme interessano oltre 4000 lavoratori. La Marcia per loro è stata un'occasione per richiamare l'attenzione sulla battaglia che stanno portando avanti: “Siamo anche noi qui oggi perché non c’è pace senza lavoro - ha detto Nadia, operaia della Merloni - Non c’è prospettiva. Tutto diventa più difficile. Non si sogna più. Non si programma più. È una situazione d’inferno. Togliendoci il lavoro ci tolgono l’essenza della nostra vita”.
“Non c'è pace senza lavoro” è stato anche lo slogan scelto da un altro gruppo di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil che pochi chilometri più in alto, all'arrivo della Marcia, hanno steso uno striscione con questa scritta dal tetto della Rocca di Assisi. Un modo scelto dai sindacati per richiamare simbolicamente le tante vertenze che in giro per l'Italia hanno portato lavoratrici e lavoratori a salire sui tetti delle fabbriche, sulle torri e sui campanili per rendere visibili le loro lotte ed abbattere il muro di silenzio che tenta di nascondere la vera entità della crisi”. Una crisi che soltanto in Umbria – come ha spiegato il segretario generale della Cgil regionale Mario Bravi – ha costretto 20mila lavoratori in cassa integrazione o in mobilità.
Domenica
16/05/10
20:44