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CAGLIARI - Il presidente della giunta regionale della Sardegna Ugo Cappellacci, secondo notizie di stampa, sarebbe indagato nell'ambito nell'inchiesta della procura di Roma a proposito degli appalti dell'energia eolica sull'isola. Cappellacci ricorre in diverse intercettazioni telefoniche laddove viene discussa la nomina di Ignazio Ferraris, amico di Flavio Carboni e Denis Verdini, presidente del Credito cooperativo fiorentino e coordinatore del Pdl, al vertice dell'azienda regionale per la protezione dell'ambiente in Sardegna (Arpas). Al centro di questa trance dell'inchiesta, che vedrebbe coinvolti anche altri politici, vi sarebbe la richiesta di concessioni e licenze per l'istallazione di parchi eolici ai quali sarebbe stato interessato anche il parlamentare Pdl Marcello dell'Utri e il pagamento da parte di ditte interessate di capitali transitati sui conti del Credito CooperativoFiorentino. "Sarò giudicato dai fatti: la mia Giunta non ha concesso alcuna autorizzazione e anzi, con riferimento a energie rinnovabili e appalti, abbiamo chiuso nell'armadio a doppia mandata i vasetti della marmellata".Questa finora l'unica reazione di Cappellacci, alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, nell'inchiesta romana per corruzione. Il commento è stato rilasciato al quotidiano L'Unione Sarda che apre la sua edizione cagliaritana con un ampio servizio sulla vicenda. "Gli atti dicono che la mia Giunta non si è mai piegata alle speculazioni - ha detto ancora Cappellacci - e l'incontro con Flavio Carboni che mi sarebbe stato contestato è avvenuto in un'occasione ufficiale alla quale erano presenti anche magistrati". Castellacci, a capo di una coalizione di centrodestra, sarà ascoltato nei prossimi giorni dalla Procura di Roma. L'inchiesta, che riguarda diverse regioni, sugli appalti per la realizzazione dei parchi eolici e la creazione di fondi neri attraverso il versamento di somme, da parte di aziende interessate, alla Banca di credito fiorentino di Denis Verdini. All'attenzione degli inquirenti anche la decisione di Cappellacci di escludere dalla realizzazione dei parchi eolici delle pale off-shore e la gestione diretta degli impianti a terra da parte della Regione". Una scelta quella della Regione Sardegna che sarebbe stata presa a marzo, solo dopo aver appreso dell'inchiesta sugli appalti per il G8, e la notizia di indagati eccellenti che, secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, avrebbero costituito una sorta di comitato d'affariche aveva il potere di condizionare gli appalti. SORU: CAPPELLACCI NON E' PADRONE DI SE STESSO - ''E' indispensabile che Cappellacci venga nell'Aula del Consiglio regionale e dica chiaramente se e' in grado di rappresentare gli interessi dei sardi e della Sardegna o se e' totalmente nelle mani di un comitato politico e di affari''. L'affondo contro il presidente della Regione Sardegna, nel giorno in cui si apprende che e' indagato per abuso d'ufficio e concorso in corruzione per gli appalti sull'eolico, e' firmato dall'ex governatore Renato Soru, sconfitto da Cappellacci nelle ultime elezioni regionali. Il patron di Tiscali non vuole entrare nel merito dell'inchiesta (''e' la magistratura - dice - che si occupa delle indagini''), tuttavia non rinuncia a dare la sua chiave di lettura 'politica' alla vicenda dell'eolico e mette la Giunta di centrodestra, e il suo stesso presidente, sul banco degli imputati: Cappellacci si sarebbe fatto condizionare dal 'comitato d'affari' su cui indaga la procura di Roma - questa l'opinione di Soru - e avrebbe solo finto di mettere un argine agli speculatori interessati al business dell'eolico, cancellando le regole imposte dalla Giunta precedente e soltanto dopo un anno intervenendo con una direttiva ''frettolosa e confusa''. ''Non e' padrone di se' stesso - attacca Soru riferendosi all'attuale governatore - e' nelle mani di chi lo ha governato da subito. Non ha alcuna autonomia, nomina il direttore dell'Arpas sotto dettatura di Verdini, figuriamoci che freno puo' mettere all'affare dell'eolico''. PD CHIEDE DIMISSIONI COMMISSARIO ATO - Il Pd ribadisce la richiesta di dimissioni del commissario dell'Autorità d'ambito (Ato), Franco Piga, indagato dalla Procura di Roma per gli appalti nel settore idrico, uno dei filoni dell'inchiesta sull'eolico in Sardegna che vede ora tra gli indagati anche il presidente della Regione sarda, Ugo Cappellacci. In una conferenza stampa a Sassari, il segretario regionale dei Democratici, Silvio Lai, denuncia: "il traccheggiamento del commissario Ato porterà al disastro economico". "Non vogliamo entrare nel merito dell'inchiesta giudiziaria - precisa Lai - ma é già evidente e chiaro il rischio che la Sardegna perda oltre 350 milioni di euro di fondi europei per le reti e gli impianti idrici a causa di un commissariamento troppo lungo e poco impegnato sul fronte degli interessi dei Comuni". "Chiediamo le dimissioni di Piga perché la sua nomina è scaduta il 31 dicembre scorso e lui è un abusivo - incalza il leader del Pd - e vanno indette le elezioni per l'autorità d'ambito immediatamente. Noi chiediamo alla Giunta di rispondere anche alla gravissima questione politica, di spiegarci come intendono fare per affidare gli appalti delle reti idriche entro dicembre di quest'anno per evitare, oltre al danno per i cittadini e per l'economia sarda dovuto al ritardo di opere che potevano partire un anno fa, anche la beffa della restituzione dei finanziamenti all'Europa". IDV, CAPPELLACCI SPIEGHI SUBITO IN AULA - La convocazione urgente in Consiglio regionale del governatore sardo Ugo Cappellacci "per chiarire immediatamente la sua posizione" è stata chiesta dal gruppo dell'Idv nell'assemblea sarda. "Il coinvolgimento del presidente Cappellacci nelle inchieste sull'eolico in Sardegna e le ventilate possibili connessioni di questa vicenda con le indagini legate agli scandali della Protezione civile e del G8 in Sardegna - ha detto il capogruppo dell'Idv Adriano Salis - impongono, per la gravità delle accuse e delle circostanze, un immediato chiarimento. Chiediamo pertanto che il presidente Cappellacci venga convocato con urgenza in Consiglio regionale. Il chiarimento sulla sua posizione e quella dei dirigenti e del personale tecnico coinvolti nell'inchiesta sono ormai indifferibili e Cappellacci non può sottrarsi ancora dal suo dovere di eliminare ogni ombra su una vicenda che sta assumendo contorni sempre più cupi e preoccupanti". Condividi