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“Viste le dimissioni del ministro Scajola sarebbe auspicabile ora un intervento diretto del Premier Berlusconi per riaprire e accelerare le trattative” – lo ha dichiarato il senatore del Pd Francesco Ferrante, presente al fianco dei lavoratori della Basell che stavano dimostrando a Roma contro la chiusura dell'impianto chimico di Terni. “Chiudere un’azienda – ha continuato Ferrante - che lo scorso anno ha registrato un utile di 10 milioni di euro, a fronte delle difficoltà economiche che hanno strangolato tantissime imprese, è francamente incomprensibile. L’atteggiamento rigido e di chiusura dei vertici direttivi dell’azienda non si giustifica, tanto più che la Basell, è opportuno ricordarlo, ha goduto di finanziamenti pubblici e dei sacrosanti ammortizzatori sociali. Inoltre la Lyondell Basell non è più sottoposta al cosiddetto Chapter 11 negli Usa, dunque non essendo più in una sorta di amministrazione controllata ha recuperato piena autonomia operativa. Cessare l’attività come intenderebbe fare la dirigenza il prossimo 30 giugno, andandosene via da Terni, significherebbe lasciare dietro di se solo delle macerie. La soluzione auspicata in maniera del tutto responsabile da più parti, a cominciare dalle rappresentanze sindacali che si stanno battendo non solo per la Basell ma per l’intero polo chimico ternano, di tenere in funzione l’attività sino alla fine dell’anno è il passaggio obbligato per non disperdere un capitale economico e sociale enorme. Una soluzione che veda la Basell acquisita da un soggetto capace di innovare partendo dalle basi solide attuali – conclude Ferrante - è senza dubbio la strada da battere.” Condividi