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PERUGIA - Compare in uno dei capi d'imputazione contestati dalla procura di Perugia all'architetto Angelo Zampolini nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi il nome del ministro dimissionario Claudio Scajola che sara' sentito il 14 maggio prossimo dai pubblici ministeri come persona informata dei fatti, cioe' testimone. Per Scajola tutto ruota intorno all'acquisto di una casa a Roma, con vista sul Colosseo. Un appartamento di proprieta' delle sorelle Barbara e Beatrice Papa ceduto il 6 luglio del 2004 con un atto redatto davanti a un notaio della capitale. A esso gli investigatori si sono interessati in seguito a una segnalazione di operazioni sospette con assegni circolari da parte di Zampolini giunta dalla Banca d'Italia. Dagli accertamenti e' cosi' emerso che per l'acquisto della casa di Scajola erano stati utilizzati anche 80 di questi titoli. Assegni, secondo la procura di Perugia, ottenuti dall'architetto versando 900 mila euro in contanti presso una delle agenzie della Deutsche Bank e intestati alle proprietarie dell'abitazione. In base alle testimonianze raccolte, i pm di Perugia ipotizzano che sia stato lo stesso architetto a consegnare gli assegni al ministro. Agli atti dell'indagine anche le deposizioni delle sorelle Papa. Queste, sentite il 23 marzo scorso dalla guardia di finanza, hanno riferito che gli assegni circolari vennero consegnati loro da Scajola al momento della vendita della casa. Hanno quindi indicato in un milione e 700 mila euro l'importo complessivo della vendita. Le due donne hanno inoltre sostenuto di non conoscere Zampolini ne' l'effettiva provenienza del denaro consegnato. Dagli accertamenti e' poi emerso che tra l'architetto e le beneficiare dei titoli non c'era alcun rapporto giuridico. L'ipotesi sulla quale stanno lavorando gli inquirenti perugini e' che il denaro dal quale vennero tratti gli assegni sia riferibile al costruttore Diego Anemone e, in particolare, provento di reati contro la pubblica amministrazione. Di qui l'accusa di riciclaggio rivolta a Zampolini. I magistrati stanno inoltre passando al setaccio tutti gli appalti riferibili al costruttore per verificare eventuali collegamenti (finora comunque non emersi) con l'acquisto della casa. Quello di Scajola non e' tuttavia il solo appartamento al centro dell'inchiesta perugina. I pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, insieme al procuratore facente funzioni Federico Centrone, hanno infatti contestato il riciclaggio a Zampolini, sempre utilizzando assegni circolari, per l'acquisto di abitazioni per il figlio di Angelo Balducci e per la figlia del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru. Ieri i difensori di Anemone hanno sottolineato che il costruttore sostiene di non avere dato soldi ad alcuno, tanto meno a Zampolini, e di non avere contribuito all'acquisto di case per altri. Lo stesso Scajola ha sempre respinto ogni addebito e parlato di un ''processo mediatico'' nei suoi confronti. Condividi