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ROMA - ''Anche per la categoria sacerdotale non e' un periodo felice: oltre ai preti pedofili balzati ai disonori delle cronache dopo anni di 'facciamo finta di niente', ora abbiamo anche Don Bancomat, al secolo Evaldo Biasini, 83 anni, il quale consapevolmente o no si prestava, a nome del costruttore birichino Anemone, a pagare un sacco di gente che faceva dei favori all'imprenditore''. Lo scrive direttore del Giornale Vittorio Feltri nell'editoriale ''Un don Bancomat per la politica''. ''Don Biasini ha agito con leggerezza, probabilmente pero' non pensava di agire disonestamente. Certo e' che il prete Bancomat non ci voleva'', sostiene Feltri, secondo cui la vicenda ''non aiutera' la Chiesa a raccogliere l'8 per mille fra gli italiani abbastanza turbati, per non dire disgustati, dalla vicenda pedofilia''. La Chiesa, tuttavia, ''va sostenuta senza indugi, perche' il bene che fa e' nettamente superiore al male''. L'editoriale del direttore introduce un articolo sulle carte dei Pm che ricostruiscono il ''sistema Anemone'', ideato per ottenere gli appalti delle grandi opere e in cui risulta coinvolto don Evaldo, custode per l'imprenditore di contanti e conti correnti. Dalle note dei Ros dei carabinieri, riprese anche da Repubblica e Messaggero, emerge un giro d'affari valutato in 4 milioni di euro. Bufera appalti/ Granata (Pdl): opportuno passo indietro di Scajola, il problema è la corruzione non i giudici complottardi ROMA - ''Ferma restando la solidarieta' umana, chi e' colpito da accuse circostanziate - tali da negare, evidentemente, l'esistenza di un fumus persecutionis - dovrebbe fare un'autonoma riflessione politica, e anteporre alle proprie legittime aspirazioni di esercitare l'azione di governo l'opportunita' di fare un passo indietro per il bene del Paese e della maggioranza stessa''. Lo afferma il parlamentare del Pdl Fabio Granata, precisando che si tratta di ''un discorso generale''. Nell'inchiesta sui grandi eventi ''il problema e' la corruzione, sono i comitati d'affari e non i giudici complottardi'', dice Granata in un'intervista alla Stampa. ''Ricordo che la Costituzione garantisce il diritto alla presunzione d'innocenza e questa presunzione va riconosciuta. Ma cio' non significa che sul piano politico si possa far finta che non stia succedendo niente, anche perche' l'opinione pubblica e' frastornata''. ''Tra la gente inizia a maturare un'ostilita' verso la politica - prosegue - e il nuovo che abbiamo rappresentato in tutti questi anni ormai ha una certa eta'. E' ora che si torni al senso dello Stato e della legalita'''. Sulla legge anti-corruzione ''domani io e Bocchino chiederemo a Cicchitto di presentare un ordine del giorno per creare una corsia preferenziale'', dichiara Granata. Tuttavia ''contro la corruzione e la mafia le leggi da sole non bastano, serve anche un linguaggio e l'esempio. Sarebbe utile dire che il problema e' la camorra e non Roberto Saviano, o non doversi difendere da accuse di sperperi o peggio di far parte di comitati d'affari e di dinamiche di corruzione''. Condividi