WASHINGTON - Un nuovo caso di pedofilia in una parrocchia di Tucson è emerso oggi sui media americani. Secondo dei documenti ottenuti dell'Associated Press, la chiesa avrebbe aspettato oltre dodici anni per sconsacrare un prete americano dell'Arizona riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori, nonostante sin dai primi anni novanta l'allora vescovo di Tucson, Manuel Moreno (nella foto), avesse segnalato il caso il cardinale Joseph Ratzinger - il futuro Benedetto XVI - all'epoca a capo della congregazione per la dottrina della fede.
Le molestie di Padre Michael Teta ai bambini che confessava nella sua parrocchia erano cominciate negli anni 70 ma solo molti anni dopo il prete era finito sotto inchiesta e rimosso dal vescovo Manuel Moreno dal suo ministero. Ma la richiesta di rimuovere totalmente Teta dai ranghi della chiesa, giunta a Ratzinger nel 1992, è rimasta inevasa per dodici anni nonostante le ripetute richieste inviate al Vaticano del vescovo Moreno che giudicava "satanico" il comportamento del prete nei confronti dei minorenni.
Secondo i documenti in mano all'Ap, forniti dal legale di due delle vittime degli abusi, un tribunale ecclesiastico nel 1990 accertò che nel 1978 il sacerdote Michael Teta aveva abusato di due bambini di 7 e 9 anni che preparavano la prima comunione, dopo il suo arrivo nella diocesi di Tucson, in Arizona. Il cardinale Ratzinger, informato della vicenda, l'8 giugno del 1992 scrisse al vescovo Moreno assicurandogli che si sarebbe occupato del caso. Cinque anni dopo, il 28 aprile del 1997, Moreno riprese la penna. "Il caso è iniziato sette anni fa" scriveva Moreno. "La prego di assistermi in ogni modo che potrà per accelerare le procedure". Passarono però altri sette anni prima che Teta smettesse di essere prete.
La Associated Press sottolinea che i casi di abusi venivano trattati in maniera disomogenea dal Vaticano fino al 2001 quando fu proprio Ratzinger a ordinare che tutti i casi passassero attraverso la congregazione per la dottrina della fede. E cita il caso di Robert Trupia, sempre in arizona. Anche di lui si occupò il vescovo Moreno ritenendolo colpevole di abusi e lo sospese dall'incarico nel 1992, chiedendo che fosse sconsacrato; i documenti che riguardavano il caso però dovettero essere inviati alla congregazione per il clero e alla segnatura apostolica.
Moreno scrisse alla congregazione per il clero, secondo l'Ap: "Abbiamo la prova di reati contro persone che erano affidate a lui", ritenendo che Trupia potesse essere "fonte di scandali maggiori in futuro" . Il caso approdò nell'ufficio di Ratzinger. Il 10 febbraio 2003, Moreno scrisse all'allora cardinale; il giorno prima un giornale locale aveva pubblicato un articolo su Trupia che guidava una mercedes e viveva in un condominio vicino Baltimora. Moreno scrisse che Trupia era "un enorme fattore di rischio per i bambini e gli adolescenti che potrebbero entrare in contatto con lui". Non si sa se Ratzinger rispose.
Moreno si ammalò di Parkinson e di cancro alla prostata; papa Giovanni Paolo II approvò il suo pensionamento anticipato. Su Trupia però Moreno scrisse ancora in Vaticano e del caso si occuò anche il suo successore, il vescovo Gerald Kicanas. Trupia fu sconsacrato nell'agosto del 2004.
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