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di Anna Maria Bruni La notizia lo ha raggiunto in ospedale. Eugenio Scognamiglio, delegato Rsu Fiom della Maserati, aveva iniziato ieri mattina lo sciopero della fame per contestare il mancato reintegro da parte dell’azienda, a più di un anno dal licenziamento. I fatti risalgono al dicembre 2008. Il delegato aveva sostenuto la lotta di 112 lavoratori precari per evitarne il licenziamento, e come risultato, è stato licenziato anche lui. Con motivi assolutamente pretestuosi che il tribunale, a più di un anno di distanza, gli ha riconosciuto il 16 marzo scorso. Ma la pubblicazione della sentenza è solo di questa mattina, perciò ieri Eugenio era ricorso allo sciopero della fame come atto estremo contro un licenziamento ingiusto, che si è protratto tanto da esaurire persino l’indennità di disoccupazione, rendendo impossibile mantenere una famiglia. All’una di notte un malore lo ha colto e ha reso necessario il ricovero. E stamattina invece, la bella notizia. “La Fiom/Cgil di Modena – si legge nel comunicato - esprime soddisfazione per la decisione del Giudice del lavoro del Tribunale di Modena in composizione collegiale”, continua, “con procedimento cautelare, ha disposto il reintegro nel posto di lavoro di Eugenio Scognamiglio. “I giudici – prosegue il comunicato - hanno ravvisato sproporzione tra il provvedimento disciplinare di licenziamento e i fatti contestati a Scognamiglio, ovvero aver organizzato due cortei interni alla Maserati e aver partecipato attivamente alla protesta dei precari”. “In questa fase di giudizio – conclude la nota - non è dunque stata accertata giusta causa o giustificato motivo per il licenziamento. Ciò conforta la Fiom e il delegato Maserati nel prosieguo della causa di merito”. Causa che con ogni probabilità avrà tempi ben più lunghi. Da qui la richiesta della Fiom, tramite i suoi avvocati, del procedimento d’urgenza accolto dal giudice, che ha ravvisato “la probabile fondatezza del ricorso” e “il pericolo nel ritardo della sentenza”. Anche la Rete28aprile, area della Cgil, esprime “gioia e soddisfazione” per il reintegro di Eugenio. “Ci sono voluti quattordici mesi di lotte, scioperi, iniziative e ricorsi giudiziari – si legge nella nota - ma alla fine un primo risultato è stato ottenuto, Eugenio rientrerà in fabbrica al suo posto, in mezzo ai suoi compagni”. “Questa esperienza – concludono dalla Rete - dimostra ancora una volta l’importanza dell’articolo 18 e la necessità di difenderlo ad ogni costo”. Condividi