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PERUGIA – “Le regioni dell’Italia centrale, strette tra la ‘questione settentrionale’ e il riproporsi di una questione meridionale che assume sempre di più la forma di un leghismo corporativo, devono iniziare ad attrezzarsi, già a partire dalla campagna elettorale, per competere efficacemente dal punto di vista economico e sociale”. Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Stefano Vinti, lancia questo appello in vista delle elezioni regionali del marzo 2010 e spiega che “quell‘‘Italia di mezzo’ deve fare ora uno sforzo per definire un’identità comune e delle politiche riformatrici di ampio respiro, e per rispondere con nuovo impulso, come già fatto negli anni Settanta, alle sfide della crisi. “I punti di forza di questa ‘Italia mediana’ - spiega Vinti – si evidenziano in primo luogo nel tratto comune del tessuto di piccole e medie imprese dinamiche e competitive, frutto del portato storico della mezzadria, del radicamento del movimento cooperativo e di un originale spirito imprenditoriale dell’artigiano e del piccolo commerciante dell’Italia centrale. Ma c’è altro, e mi riferisco a quel comune modello sociale regionale efficiente, che punta alla coesione sociale, all’eguaglianza e al raggiungimento di un alto livello della qualità della vita dei cittadini, ad una certa omogeneità culturale a modelli e forme di convivenza orientati alla solidarietà, e ad una forte sensibilità democratica”. Tutti questi elementi fanno dire all’esponente di Rifondazione comunista che è possibile “spingere l’acceleratore nella direzione della definizione di un’identità per l’Italia mediana. Una identità – spiega - non astratta, ma strettamente connessa alle sfide e ai problemi del nostro tempo, caratterizzato dalla forbice crisi finanziaria ed economica-federalismo fiscale”. Per Vinti è necessaria quindi una politica comune dell’area territoriale di centro “per fare massa critica e resistere alla destrutturazione del modello sociale che vuole imporci il federalismo fiscale”. Alla luce di tutto ciò l’esponente di Rifondazione lancia questa proposta per la prossima campagna elettorale: “Mettere in campo un progetto di programmazione comune su servizi sociali e sanità, integrando e mettendo in rete le strutture sanitarie, conoscenze, ricerche e professionalità, per contrastare la politica dei tagli attuata dal governo Berlusconi; definire una politica infrastrutturale (stradale, aerea, ferroviaria) comune che porti al completamento delle opere urgenti per realizzare un sistema integrato, capace di collegare le aree produttive, le persone, le città, le opportunità e di abbattere i costi di trasporto delle persone e delle merci”. Condividi