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Stefano Cappelletti Iscritto del Partito Democratico di Todi Vorrei rassicurare (o meglio deludere) quanti, partiti politici e/o consiglieri comunali della destra tuderte, hanno voluto vedere nelle mie dimissioni da Consigliere comunale, e conseguentemente da capo gruppo PD, chissà quali motivazioni, secondi fini, crisi politiche, rese dei conti o notti dei lunghi coltelli all’interno del Partito Democratico di Todi. Come al solito costoro sfuggono di fronte alle questioni politiche, per rifugiarsi nella dietrologia, nel processo alle intenzioni, negli insulti personali e nella diffamazione. E di questo non solo noi, ma la maggioranza dei cittadini è stanca e “schifata”. Invito innanzitutto quanti hanno collegato le mie dimissioni a presunti cattivi risultati elettorali del PD a Todi a rileggere i numeri usciti dalle urne, sia della consultazione per le Europee, sia per le Provinciali, e a paragonarli a quelli dei propri partiti. Chi è che è arretrato rispetto al recente passato? La destra (che pure è al governo della Città), non certo il PD o il centro sinistra. E spengo subito la polemica innescata da alcuni sulla convocazione della Commissione per la verifica dello Statuto. Se fossero stati più attenti, si sarebbero ricordati che, fin dall’inizio della legislatura, io avevo delegato il consigliere Rossini a rappresentarmi in tale ambito; l’anticipata convocazione della stessa, discussa informalmente tra capi gruppo “a latere” dell’ultimo Consiglio comunale, era funzionale ad assicurare la presenza del consigliere e capo gruppo MRE-SDI Alvi, e non del sottoscritto. Le mie eventuali dimissioni da capo gruppo e dal Consiglio comunale erano state oggetto di precedenti, ripetute valutazioni e discussioni in seno al gruppo consiliare e con il coordinatore comunale del PD. Altro che scaturite nel giro di una notte! E comunque, poiché nonostante io abbia cercato di usare toni pacati per accompagnare il mio gesto, l’hanno volutamente travisato, e visto il clima cui la destra ha fin dall’inizio della legislatura impostato il suo comportamento in aula, rinuncio volentieri ad ogni forma di ringraziamento da parte loro per il contributo da me apportato ai lavori del Consiglio comunale. Meglio limitarsi ad una formale comunicazione delle dimissioni. Sì, perché la motivazione più pregnante che mi ha portato a presentare le mie dimissioni (pur in presenza di subentrate, diverse, implicazioni di carattere personale e professionale, per le quali chiedo assoluto rispetto), è stata proprio la constatazione che fare il Consigliere di minoranza a Todi, con questo Sindaco, con questo Presidente del Consiglio, con questa destra, con questa maggioranza, non è difficile, ma umanamente frustrante ed umiliante. Quando vengono messi in essere da parte di un’Amministrazione e/o di una maggioranza, in maniera reiterata, continuativa e metodica, comportamenti volti ad impedire non solo ogni forma di dialogo politico e contributo propositivo in termini di proposte e idee, ma anche forzature autoritarie da parte di ruoli istituzionali “super partes”come quello di Presidente del Consiglio, o interpretazioni strumentali di leggi o regolamenti, quando il funzionamento della Conferenza dei capi gruppo viene stravolto, quando in maniera strumentale si rifiuta di fissare date certe per le convocazioni dei Consigli comunali per assicurare la partecipazione anche a chi è costretto a fissare con largo anticipo i propri, poi non più modificabili, turni di lavoro, quando si confondono freudianamente i termini “comandare” e “governare”, quando si è pronti a trasformare l’aula del Consiglio comunale in un’arena dove sfoggiare toni intimidatori e violenti, attacchi personali vigliacchi e di basso profilo morale, insulti da osteria (meglio e più facile, magari, se rivolti a un consigliere donna), si può arrivare a maturare questa convinzione. Continuerò ad essere in campo per la causa del PD, continuerò ad incontrare i cittadini, a parlare con loro della politica tuderte e della fallimentare azione amministrativa della destra al potere, ma anche di politica internazionale e italiana, di un Paese che, governato dalla destra per più di sette degli ultimi nove anni, sta letteralmente “andando a ramengo” seguendo la deriva amorale, egocentrica, narcisistica, del suo capo ultramiliardario; continuerò a parlare della crisi che viene fatta sparire dai TG berlusconiani, ma che morde sempre più, anche a Todi, i singoli, le famiglie e le imprese piccole e medie. In questo senso, e nei modi e nelle forme che discuteremo nel mio Partito, il mio ruolo politico non verrà certo meno. Sono convinto che i Consiglieri comunali del PD, primo partito della Città, continueranno ad essere presenti, continuando ad esercitare il loro mandato istituzionale ed il ruolo di controllo dell’attività amministrativa e di denuncia, di fronte alla Cittadinanza e alle Autorità, di quanto ancora sembrerà loro illegale, illegittimo, dannoso, o semplicemente irrealizzabile nell’operato di questa Amministrazione di destra (visto che, come ormai dimostrato, le nostre idee e le nostre proposte, che pure continueremo a formulare ed esplicitare, non vengono prese in considerazione). Credo fermamente che, in questo momento (e per i motivi su esposti), questo ruolo potrà essere meglio svolto in Consiglio comunale da chi subentrerà dopo di me, e che potrà così allargare la sua esperienza come Consigliere comunale e temprarsi alle future battaglie politiche. Ritengo che chi come me ha sempre interpretato la politica con spirito di servizio, possa dimettersi da un presunto “ruolo di potere”con animo sereno, quando ne ricorra la necessità, e continuare con grande tranquillità il proprio impegno politico. E da ultimo mi rivolgo a Lei, Presidente del Consiglio Comunale Pizzichini, che con disinvoltura ha rinnegato non solo e non tanto le sue origini e il suo passato, quanto le sue stesse parole di pochi giorni prima del voto, consentendo ad una destra non maggioritaria di governare senza idee, senza realizzazioni e senza futuro per questa Città, in cambio di una poltrona retribuita. Se potessi darle un consiglio, le suggerirei almeno di cominciare a giocare un ruolo “super partes” nell’esercizio della sua carica istituzionale, ora che ha deciso di collocarsi non “a sinistra, a sinistra, a sinistra!”, ma nel bel mezzo degli eredi del Movimento sociale italiano. Dopo aver tradito gli elettori, non continui a tradire anche il ruolo istituzionale di garante che la legge attribuisce al Presidente del Consiglio. Un ringraziamento sentito e sincero ai colleghi consiglieri del Pd per la fiducia accordatami nominandomi capogruppo, ai colleghi dei gruppi di centro-sinistra per la collaborazione, ai dirigenti, iscritti, elettori del Pd che mi hanno consentito di compiere questa ulteriore esperienza. Condividi