''Sul piano casa del Governo la Regione Umbria ha preso una strada che non condividiamo, perché tradisce la volontà di fondo, che è quella di far ampliare le abitazioni alle famiglie e di rilanciare l'economia'': lo ha detto la capogruppo Fi-Pdl in consiglio regionale, Fiammetta Modena, nella conferenza stampa di stamani convocata per motivare le contrarietà del Pdl alle misure contenute nel disegno di legge in 100 articoli, in discussione oggi pomeriggio in aula, con Norme per il governo del territorio e per il rilancio dell'economia attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Un atto che per il capogruppo di An-Pdl, Franco Zaffini, ''va non solo contro il Governo, ma anche contro il buon senso'' e che per questo il Pdl chiede di ritirare e modificare. E' stato il consigliere Raffaele Nevi (Fi-Pdl), che in aula sarà relatore di minoranza, a illustrare le ragioni dell'opposizione: ''Si potranno ampliare gli edifici residenziali fino al 20 per cento, ma in Umbria sono stati messi dei paletti giganteschi, infatti - ha spiegato - sono preclusi gli edifici situati in zone rurali, che in una regione come la nostra rappresentano circa l'80 per cento del totale. Inoltre l'ampliamento del 20 per cento della cubatura può essere fatto solo rispettando le altezze previste dai piani regolatori generali, una condizione che va contro la filosofia del piano casa, pensato proprio come deroga ai piani regolatori per dare respiro all'edilizia. In più - ha aggiunto - i Comuni potranno, entro 60 giorni, apportare ulteriori limitazioni con delle semplici delibere del consiglio comunale''.
Gli altri elementi di dissenso rispetto all'atto in questione sono l'assenza di qualsiasi incentivazione economica sui costi di costruzione, laddove le altre Regioni ne hanno previsto l'esonero o l'abbattimento. Inoltre, diversamente dalle altre Regioni, l'aumento delle cubature non si cumula con gli ampliamenti gia' consentiti dal piano regolatore. E per quanto riguarda le demolizioni, laddove il piano casa concede un incremento del 35 per cento, in Umbria si arriva solo al 25 per cento, con l'obbligo della certificazione di sostenibilità ambientale, che ''altrove è facoltativa - ha aggiunto Nevi - ma qui serve per far fare cassa all'Arpa, così come la mancanza di agevolazioni economiche in Umbria serve a rimpinguare le casse dei Comuni umbri. Inoltre - ha continuato - tale incremento di cubature, che riguarda edifici destinati alle attività produttive e che noi abbiamo ottenuto di estendere alle imprese di servizi, viene vanificato da un comma che lo restringe alle superfici di almeno 20 mila metri quadri, che vanno riqualificati sia dal punto di vista architettonico che ambientale, il che vuol dire che quasi nessun imprenditore sarà in grado di farlo, senza contare che chi deciderà di ampliare dovrà impegnarsi anche a fornire parcheggi aggiuntivi''.
In conclusione, secondo gli esponenti del centrodestra in consiglio regionale, un piano che ''era stato pensato inizialmente per famiglie e imprese, è diventato in Umbria il solito provvedimento ad personam, che addirittura va contro le famiglie, e come tale dovrà essere ritirato per apportare opportune modifiche, visto che per farlo c'è ancora tempo''
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