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di Nicola Bossi Qualcosa si muove nel mondo dell'editoria cartacea che sta cercando di superare la crisi pubblicitaria che dall'inizio dell'anno si sta manifestando in maniera preoccupante. In attesa di una ripresa si punta su rimpasti o aiuti esterni in grado di ridare slancio a livello di idee da pubblicare. I lettori de La Nazione avranno certamente notato che il giornale - l'inserto umbro - da due-tre giorni a questa parte è cambiato. Paginoni e inchieste sulla città, sul degrado, sui parchi, sui luoghi simbolo, insomma sulla peruginità. Un ritorno alle radici che può piacere o no, ma che certamente fa vendere e fa discutere. Questo cambio di rotta è determinato dal ritorno in redazione - per almeno venti giorni - del vice-direttore nazionale de La Nazione: il perugino Mauro Avellini che colma così il vuoto della peruginità e del collegamento con il territorio delle attuali direzioni esterne dall'Umbria. Con l'idee in tempi di crisi si cerca di trovare nuove copie. Avelini aveva portato anni fa La Nazione oltre le 10mila copie. Altri tempi, altro manico. Condividi