berlusconi.jpg
"Mills ha agito certamente da falso testimone da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o almeno il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute fino a quella data. Dall'altro lato ha contemporaneamente perseguito il proprio vantaggio economico". Lo scrivono i giudici del Tribunale di Milano, decima sezione, nel motivare le ragioni della condanna decisa il 17 febbraio scorso di David Mills per corruzione in atti giudiziari in concorso con Silvio Berlusconi. La posizione del coimputato Berlusconi era stata separata nell'ottobre scorso in attesa che la Corte Costituzionale decida sulla legittimità del lodo Alfano. Le motivazioni della sentenza di condanna di Mills a quattro anni e sei mesi sono contenute in 376 pagine. Berlusconi ha annunciato che sull'intera vicenda riferirà in Parlamento. "Il fulcro della reticenza di David Mills in ciascuna delle sue deposizioni sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società off-shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti" dicono i giudici in un altro passaggio. "L'esito dei procedimenti a carico di Berlusconi dipendeva anche dalle testimonianze di Mills" ricordano i giudici con riferimento alle vicende All Iberian e tangenti alla Gdf. Rendendo deposizioni che limitavano i danni per Berlusconi Mills perseguiva anche il proprio fine illecito perchè, è la posizione del collegio, un eventuale sequestro avrebbe costituito una perdita secca anche per lui. "Il prezzo della corruzione di Mills comprendeva già il 'disturbo' per tutte le operazioni di riciclaggio che egli avrebbe dovuto compiere per nascondere, mascherare, trasformare, schermare la somma che gli veniva illecitamente corrisposta e tutta questa attività era già prevista, voluta e stabilita nell'accordo, lasciando alla capacità di Mills il compito di individuare di volta in volta le modalità esecutive per la riuscita dell'impresa". "Il trasferimento a Mills delle quote del fondo Torrey Global nel mese di febbraio del 2000 e la chiusura di "Struie" nel marzo del 2000 indicano esattamente il momento di consumazione del reato" affermano i giudici danno ragione al pm Fabio De Pasquale che con una contestazione suppletiva aveva spostato di 2 anni dal 1998 al 2000 il momento in cui il legale inglese ebbe la disponibilità dei soldi ricevuti da Berlusconi. Il ragionamento del collegio è importante perchè trasferisce di 2 anni anche la data della prescrizione del fatto che adesso scatterà nel febbraio del 2010. Per evitare che il processo a Mills muoia adesso inizierà la corsa per celebrare i dibattimenti di secondo grado e di Cassazione in tempo utile. "L'artificiosa, tanto opaca quanto raffinata modalità di trasferimento di 600 mila dollari ai conti di Mills, di per sè indicativa della illiceità della complessiva operazione, ha comportato un lungo viaggio nel tempo e negli spazi di volta in volta creati nei contenitori finanziari" scrivono i giudici. "Completamente priva di riscontri, di senso, ragione e fondamento", secondo i giudici, la tesi difensiva secondo la quale i 600 mila dollari provenivano dall'armatore napoletano Diego Attanasio. Mills inoltre per il collegio è stato smentito anche quando dice di aver ricevuto i soldi da Carlo Bernasconi manager del gruppo poi morto nel 2001. Affermano i giudici: "Bernasconi non aveva alcun motivo oper fare a Mills un regalo di tale entità". Inoltre stando alla sentenza la confessione che Mills aveva fatto ai pm nel 2004 ("Ebbi un regalo per tenere Berlusconi fuori dai guai") fu "genuina e attendibile", al contrario della successiva ritrattazione. David Mills, ancora, osservano i giudici aveva ricevuto enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali, da Fininvest e da Silvio Berlusconi, fin dagli anni 1995-1996 e quindi da un'epoca anteriore a quella delle sue deposizioni nei processi" scrivono i giudici di Milano nel motivare la sentenza di condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per David Mills riconosciuto colpevole di corruzione in atti giudiziari. I giudici milanesi ricordano che oltre ai 600 mila dollari ritenuti "il prezzo della corruzione", Mills nel 1996 percepiva direttamente da Silvio Berlusconi almeno 45mila sterline dichiarate al fisco inglese. Il suo studio riceveva sempre da Berlusconi 25 mila sterline al mese per un periodo di 2 anni secondo la versione fornita da Mills allo Sco il 20 marzo del 1996, 120mila sterline in tutto secondo la versione di Virginia Rylatt. Altre 100mila sterline, affermano i giudici, passano da Fininvest a Mills almeno fino al settembre del 2004 per le spese da sostenere nei processi italiani. 2 Condividi