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Siamo nella fase cruciale in cui il Consiglio regionale discute e approva il bilancio. È un momento che si ripete ogni anno, al termine del quale è possibile comprendere la direzione di marcia della nostra Regione. Ma quest’anno c’è un fatto nuovo e preoccupante ad incombere sulle scelte politico-finanziarie: la drammaticità della crisi economica che fa pesantemente sentire i suoi effetti anche in Umbria. Il governo Berlusconi ha tentato di convincere l’opinione pubblica che i provvedimenti adottati corrispondono in maniera adeguata alle necessità, ma la realtà è ben diversa e ci parla di un numero impressionante di aziende in crisi, di posti di lavoro divorati dagli effetti di un’aberrante speculazione finanziaria e dalla crisi di sovrapproduzione del modello capitalista liberista. Tutti, o quasi tutti, hanno nascosto l’esistenza di gravi problemi, fino a che non sono irrimediabilmente esplosi. I problemi, però, rimangono tutti nel campo dei lavoratori, quelli che hanno già perso il lavoro o vivono nell’ansia di perderlo nel prossimo futuro. Oltre a questi c’è poi chi un lavoro non l’aveva prima ancora che arrivasse la crisi, o chi è precario, chi vive sotto la soglia di povertà, costantemente in attesa di risposte politiche che migliorino le proprie condizioni di vita. Già con l’approvazione del Documento annuale di programmazione la maggioranza umbra ha fatto intravedere una preoccupazione positiva, ma la sensazione è che gli interventi programmati ancora non risultino adeguati alle necessità, sbilanciati sul versante delle imprese piuttosto che tesi ad arginare gli effetti negativi della crisi occupazionale. Difatti, è l’aumento della disoccupazione che preoccupa maggiormente. Assistiamo in queste settimane ad una crescita preoccupante del ricorso alla cassa integrazione (+500% circa), ma l’Inps interviene con un ritardo che in molti casi è insostenibile per le famiglie, visto l’attuale record del livello di indebitamento delle famiglie. Valga su tutti l’esempio della Merloni, dove la Provincia di Perugia, per la prima volta nella storia, ha anticipato le risorse per la Cig. Proponiamo che la Regione si faccia promotrice di un’iniziativa tesa a definire una convenzione con le banche affinché i cassaintegrati possano usufruire di una fonte di reddito senza interruzioni. È inoltre necessario che la Regione intervenga in tutti quei casi in cui la perdita del posto di lavoro determini l’impossibilità di rimborsare mutui sulla casa, al fine di impedire che disoccupati e famiglie, oltre alla perdita del reddito, si ritrovino pure senza un tetto. La Cgil umbra stima per il 2009 un aumento fino a 20mila richieste di cassa integrazione, un livello che rischia di modificare il nostro modello sociale. Occorre ripensare in questa fase le tariffe di tutti i servizi pubblici, che vanno rimodulate innalzando le soglie di esenzione ancorate al reddito. Ai disoccupati, cassaintegrati, pensionati entro determinati limiti di reddito e rispettivi familiari va assicurata la possibilità di usufruire gratuitamente delle cure mediche, esentandoli dal pagamento di ticket farmaceutici o diagnostici, e bisogna garantirgli l’esenzione delle tariffe per i figli all’asilo, riduzioni chiare e significative su tutte le imposizioni comunali e regionali. Gli studenti a carico di persone appartenenti ad una di tali categorie devono poter usufruire gratuitamente dei mezzi pubblici di trasporto, ma anche di borse di studio che consentano, tra l’altro, l’acquisto di libri e il pagamento delle tasse universitarie. Inoltre, la Giunta regionale deve al più presto promulgare il regolamento che dà attuazione alla legge approvata lo scorso aprile sulle cure odontoiatriche, che sarebbe uno strumento forte di contenimento della riduzione del potere di acquisto per i ceti sociali più deboli. La crisi economica può e deve fornire l’occasione di un ripensamento sul modello di sviluppo (egemonizzato dalle quattro C, cavatori, cementieri, costruttori e centri commerciali) che imprima una forte accelerazione alla produzione di energie rinnovabili, le quali oltre a determinare benefici di natura ambientale possono senz’altro contribuire alla creazione di nuova occupazione. Questi sono gli impegni che il gruppo consiliare regionale di Rifondazione comunista assume come prioritari nella fase di approvazione del bilancio regionale. Condividi