L’analisi, che Sara Bistocchi fa nell’articolo su Perugia: una città ferma e immersa in una crisi profonda d’identità e di crescita, è pienamente condivisibile.

Sono passati, ormai più di sei anni, da quando la destra, vinte le elezioni comunali, ha suonato la gran cassa del rinnovamento, del cambio di passo, sostenendo che una stagione politica era finita.

I risultati politici e sociali disastrosi di queste due amministrazioni sono sotto gli occhi di tutti i cittadini.

Perugia, oggi è una città ai margini della vita politica nazionale, non esprime nessuna spinta propulsiva al rinnovamento, manca dell’audacia necessaria per avviare i tanti progetti annunciati, pur ambiziosi, come quello del risanamento di Fontivegge, strombazzato, ma mai realizzato. Tutti i vari progetti per il centro storico, ripetuti nelle campagne elettorali, sono fermi.

La situazione del traffico cittadino è di un caos totale, nella città vecchia continua l’inesorabile chiusura di bar, negozi e perdita di popolazione.Il sistema parcheggi, quasi tutti a pagamento, penalizza le classi più povere della città.

Lo stato di degrado dell’intero tessuto urbano, per mancanza di manutenzione delle strade, delle aiuole e dei parchi, sta sollevando la protesta d’interi quartieri.

L’aggravarsi continuamente dell’ordine pubblico, l’aumento della disoccupazione, della cassa integrazione, dei licenziamenti, della povertà diffusa, il crescente disagio  manifestato dai giovani, disegnano una popolazione in grave difficoltà.

Come sostiene, anche, la Bistocchi, a poche settimane dalla riapertura delle scuole, la situazione desta molte preoccupazioni fra i genitori, per la mancanza di un progetto generale che comprenda la gestione degli orari, degli spazi, delle mense, delle infrastrutture.

Una cosa diversa, però, rispetto al passato si è realizzata. Quest’amministrazione di destra è bloccata, anche, perché non è riuscita ad approvare il bilancio comunale.

Inoltre, per la cattiva amministrazione, sta emergendo un buco di bilancio e per farvi fronte s’ipotizza di vendere quote del patrimonio pubblico.

Nel passato le giunte di centro sinistra hanno, sempre, operato costruttivamente grazie ad un bilancio approvato e in regola, come tuttora fanno in molti comuni della regione.

La Sinistra per Perugia ritiene che stiano maturando le condizioni per una svolta radicale, democratica e di sinistra per la nostra città.

E’ necessario ricreare una giunta comunale, che sia presente nei vari quartieri, dialoghi con i cittadini, li ascolti, e ne accolga i suggerimenti: questa è l’essenza stessa di una democrazia reale.

Sempre più cittadini dicono basta a una politica populista e demagogica, fatta più di silenzi che di partecipazione attiva, che prende le decisioni fra gli equilibri di gruppi di potere al chiuso delle stanze comunali.

L’obiettivo, per cui lottiamo, è quello di un cambiamento vero, rispetto all’attuale gestione della cosa pubblica.

Per questo progetto riteniamo necessario che, al più presto, riparta un confronto fra tutti i cittadini che si riconoscono nei valori del centro sinistra, a prescindere dall’appartenenza ai partiti politici, partitini, o gruppi, ma con un unico scopo: ritrovarsi sotto le insegne di una Nuova visione per Perugia.

Noi siamo convinti che i nuovi gruppi dirigenti, veri e riconosciuti tali, potranno nascere, solo, nel vivo delle iniziative sociali e politiche, nella costruzione di un’opposizione di massa e di piazza, e non sicuramente nell’equilibrio fra i vari gruppi, dentro quello che rimane dei partiti o del potere. 

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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