da Cannibali e Re

Argo Secondari era nato a Roma alla fine dell’'800. Padre odontotecnico e madre facoltosa, nella vita avrebbe potuto seguire la corrente e invece sceglie di risalire il fiume al contrario, fin da quando giovanissimo lasciò la famiglia per imbarcarsi come mozzo verso il Sudamerica. Giunto a destinazione inizia a vivere di espedienti, mescolandosi tra i ceti popolari e forgiando un carattere generoso, indomito e ribelle. Un po’ pugile dilettante, un po’ vagabondo, un po’ lavoratore occasionale, Argo entra in contatto con i circoli anarchici degli emigranti italiani. Diventa un sindacalista rivoluzionario e allo scoppio della Prima guerra mondiale decide di tornare in Italia per arruolarsi. Questa decisione che sembra in contraddizione con gli ideali abbracciati è invece una scelta obbligata per chi, come Secondari, crede che la Grande guerra sarà il detonatore capace di innescare la rivoluzione sociale in Europa. Ma sulle trincee Argo scopre presto che la miccia dell’insurrezione popolare non si accende, mentre intere generazioni di contadini vengono mandate al macello. Partito come soldato semplice, si arruola nel battaglione degli Arditi. Decorato con tre medaglie, torna a Roma da tenente. Sono gli anni del biennio Rosso e della nascita dello squadrismo fascista.
Argo - anarchico, rivoluzionario e ribelle - decide subito da che parte schierarsi. Fonda gli Arditi del Popolo, un movimento antifascista militante a cui in breve tempo aderiscono più di 20.000 persone. Movimento che fino al ’22 si opporrà strenuamente al dilagare dello squadrismo, ottenendo diversi successi. La fine degli Arditi del Popolo sarà segnata dall’ostilità dei principali partiti politici antifascisti e dalla repressione operata dagli apparati dello stato.
Argo viene rimosso dal ruolo dirigente che ricopriva nell’organizzazione e cerca di riorganizzare un gruppo di sodali intorno alla rivista L’Avanguardia Sociale. L’operazione però non ha successo.
Il 31 ottobre 1922 un gruppo di fascisti gli tende un agguato mentre sta rincasando a Roma. Argo è solo, amici e compagni sono in carcere o espatriati. Si oppone con il solito coraggio ma viene percosso e lasciato in fin di vita. Sopravviverà ma riporterà danni cerebrali gravissimi. Mussolini lo farà rinchiudere fino al 1942 in manicomio e alla sua morte vieterà esequie pubbliche.
Perché Argo Secondari faceva ancora paura.

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