La redazione di TransformItalia intervista la candidata sindaca a Perugia –

D. Katia Bellillo, un nome con un passato politico importante culminato con la nomina a Ministro delle pari opportunità, dopo una lunga pausa “Perugia Città in Comune”, perché?

Dopo 10 anni senza militanza e fuori dalla politica e senza nessun impegno istituzionale o pubblico, ho detto sì alla richiesta di candidarmi a sindaco della lista civica “Perugia città in comune”, perché in questi 10 anni Perugia, l’Italia, l’Europa, il mondo, tutto è peggiorato. Chi è consapevole e sente la responsabilità non può più rimanere nel guscio, ma è urgente rimboccarsi le maniche per fare la propria parte. Ecco mi sento pronta a mettere a disposizione la mia esperienza con spirito di servizio e chiedo a tutti gli abitanti di questa città, a chi è residente e a chi ci vive perché è immigrato, o perché l’ha scelta per frequentare le sue prestigiose università, di mettersi a disposizione e insieme a me tornare protagonisti del riscatto sociale, culturale ed economico di tutto il territorio cittadino. Mi guardo intorno, vedo il clima che cambia, osservo le disuguaglianze e mi sono convinta che per cambiare veramente bisogna ripartire dalle città, perché esse sono i luoghi della vicinanza, dove si vive la quotidianità, dove l’altro è il mio vicino di casa, non è un’astrazione, posso incontrarlo e conoscerlo per ciò che veramente è e non per come alcuni me lo rappresentano! Ho accettato la sfida perché la città è il luogo dell’esperienza della vita di tutti i giorni, della quotidianità ed è proprio da qui che si potrà cambiare, facendo camminare le lancette dell’orologio dei tempi della politica, lunghi e defatiganti, con le lancette degli orologi dei tempi di vita delle persone, che sono inesorabili e pretendono risposte immediate.
Intorno a me, al mio nome, alla mia storia non c’è una sommatoria di sigle, ma una convergenza che trova il proprio cemento nella ritrovata consapevolezza che siamo noi i protagonisti di lotte e conquiste di civiltà iniziate nel 900 e che oggi siamo chiamati a difendere. Ci siamo guardati e immediatamente ci siamo riconosciuti. Uomini e donne, giovani e anziani a ricucire una scomposizione che non ci appartiene ma che hanno voluto lor signori per dividerci e comandarci.
Siamo noi che abbiamo conquistato lo Statuto dei lavoratori, siamo noi che abbiamo voluto il divorzio e un nuovo ruolo della donna nella famiglia, sempre noi che siamo scesi in piazza per difendere la procreazione consapevole e responsabile e strappato dai ferri delle mammane la vita delle donne, cancellando la piaga dell’aborto clandestino, noi in piazza per gli asili nido e il diritto allo studio, noi che abbiamo realizzato il diritto alla salute universale per tutti, sempre noi che abbiamo votato contro il Trattato di Maastricht, siamo noi che disperatamente abbiamo cercato di resistere alla privatizzazione e al liberismo selvaggio.. . Sono loro che hanno cancellato o vorrebbero cancellare la civiltà camuffando i loro progetti disumani come “modernità”. Siamo noi ora che uniti torniamo a difendere la civiltà, la civile convivenza e lo vogliamo fare a partire dalla città.

D. A Perugia, dopo il dominio indiscusso, dalla 2a guerra mondiale, nel 2014 il PD (con tutte le sue trasformazioni storiche dal PCI), perde l’amministrazione della città a favore della lista di centro-destra capeggiata da Romizi. Non crede che al termine di questa legislatura, e confrontandola con la precedente, le differenze siano poche e, semmai la precedente ha favorito quest’ultima?

Vorrei premettere che nel 2014 il centro-sinistra ha perso il comune al ballottaggio perché nel PD iniziava la lotta intestina di una mutazione genetica cominciata alla Bolognina e conclusasi con la nascita nel 2008 di questo che chiamo Organismo Geneticamente Modificato. Il sindaco Boccali, sopravvissuto ad una guerra intestina, che chiamarono primarie, si conquistò per il rotto della cuffia la possibilità di essere candidato per il suo secondo mandato, riuscendo a portarsi al ballottaggio col 47% di consensi, ma al secondo turno, un insignificante Romizi, consigliere comunale di Forza Italia, col 25% al primo turno diventò sindaco di Perugia, grazie al PD! Tanto le differenze non si sono viste, anzi senza timore di essere smentita, posso affermare che la continuità è stata quasi imbarazzante. La giunta bianco- nera- rosa pallido, guidata dal giovane di buona famiglia, ha portato avanti le linee della precedente, dove la componente più radicale ha dovuto subire, stretta nel solito ricatto o con noi o ti assumi la responsabilità di regalare la città alle destre! Entrando nel merito dimostro con alcuni fatti la verità di ciò che affermo. La tassa sui rifiuti dal 2008 è aumentata del 10% tanto che è fra la più alta d’Italia e il servizio è inqualificabile, mentre la società per azioni privata ci chiama clienti ma ci tratta a pesci in faccia! La rete idrica di questa città privatizzata dai governi precedenti, è un colabrodo, si perde il 40% di acqua praticamente circa 115 litri al giorno per famiglia che paghiamo in bolletta senza che Romizi ci abbia messo mano. Perugia è la capitale delle strisce blu, hanno iniziato nel 2007 con 1785 posti auto a strisce blu oggi siamo a quota 3000. Romizi ne ha regalati alla multinazionale altre 230, ha aumentato il periodo di pagamento a 12 ore e prorogato i contratti fino al 2047. Insomma oltre 15 anni di svendita delle politiche della mobilità ai privati ci ritroviamo che i perugini hanno 73 veicoli ogni 100 abitanti, peggio di noi solo Isernia, Potenza, L’Aquila e Frosinone, mentre i passeggeri dei mezzi pubblici diminuiti negli ultimi 5 anni del 50%, assestandosi ad uno 0, 7% e ci danno la misura di cosa sia diventata la mobilità in questa città. Invece Romizi si è distinto sul rincaro delle mense scolastiche che per i redditi da 10mila a 500mila euro è di 75 euro, un bel regalo a chi ha di più, non c’è che dire! Si è continuato sulla strada del cemento con il risultato che si è svalutato il valore degli appartamenti, l’enorme percentuale di centri commerciali più alta d’Italia e dell’Europa che la giunta attuale si è guardata bene di bloccare, è un segnale non molto rassicurante, se come sottolinea il dossier della commissione antimafia è un ottimo modo per ripulire capitali di dubbia provenienza.

D. Non crede che Perugia, con il voto del 2014, sia stata antesignana, in un periodo di grande crisi economica, precarietà del lavoro e povertà, di grossi numeri di astensione al voto e prese di potere da parte di una destra estrema e che rimuove periodi bui della storia come fascismo e nazismo?

Per quello che ho sopra detto nel 2014 Perugia ha mostrato in anteprima la crisi del PD e la responsabilità per chi lo ha imposto, con l’obiettivo di cancellare ogni organizzazione anche meramente socialdemocratica fuori dai suoi confini! Un’operazione scellerata che ha avuto come culmine l’ascesa di Renzi, la sua vomitevole propaganda per rottamare i già pochi sopravvissuti della cultura DS e la forzosa controriforma costituzionale, con l’epilogo della discesa a caduta libera del fiorentino! Come dice lei, in un periodo di crisi per il mondo e per l’Italia, dove i danni del liberismo tanto evocato, vezzeggiato e accompagnato da chi si definisce di sinistra come il PD, ormai ricadono nella quotidianità delle persone. In Italia i riferimenti organizzati delle lotte per l’uguaglianza, la giustizia sociale la libertà per ognuno, sono stati oscurati o cancellati, grazie anche a leggi elettorali che dire liberticide è un eufemismo e tutto grazie alla ricetta sintetizzata nella “Terza via”. I lavoratori, i giovani in cerca di lavoro, le donne sempre più ricacciate nelle case, le persone in generale si sentono abbandonati, percepiscono le istituzioni sempre più distanti, la solitudine e la paura del futuro fanno sì che siano più sensibili ai richiami di chi interviene per esasperare le loro insicurezze e indicano gli untori contro cui scagliarsi!

D. A livello europeo, non crede che, con passaggi diversi, a seconda dei vari Paesi membri dell’Unione Europea, un cammino che parte da lontano con i partiti socialisti che aprono ad un mercato incontrollato ed incontrollabile (vedi anche “terza via”, che ebbe l’imprimatur mondiale a Firenze, alla presenza dei leader socialisti europei e l’allora presidente americano Bill Clinton), abbiano messo le precondizioni per questa deriva destra?

Penso che oggi difronte alla crisi del sistema economico-finanziario del liberismo selvaggio le precondizioni siano state create proprio dall’idea che i partiti, che per comodità chiamo progressisti, avevano maturato all’indomani del crollo del muro di Berlino, cioè che la globalizzazione dovesse restare saldamente in mano ai nuovi padroni del vapore, 500 compagnie in tutto i cui azionisti sono anche i padroni delle banche, mentre i governi potevano governare lo sviluppo senza limiti. A Firenze nel 1999 con la terza via avevano anche creduto che destra e sinistra fossero categorie superate, che per vincere le elezioni bisognasse guardare al centro. Invece sinistra e destra esistono ancora, perché il mercato non ha cancellato le ingiustizie e le disuguaglianze, come avevano prefigurato, anzi sono aumentate a dismisura e le ricchezze vengono accumulate in un sistema economico neofeudale! Di fronte ai disastri creati da l’uso sconsiderato delle risorse, gli elettori vogliono uscire dalle paure attirati sempre meno dal centro, ma ipnotizzati da chi evoca sovranismi e nazionalismi e inventa nemici per dividere le donne dagli uomini, i bianchi dai neri, i giovani dagli anziani, tanto che non vedono che il vero nemico è quel 20% che si accaparra a livello mondiale l’80 % delle ricchezze! Oggi c’è bisogno dell’ordine socialista. L’Europa ha bisogno di vere politiche sociali che diano sovranità ai suoi popoli.

D. Oggi, con segnali internazionali che vengono dal Bernie Sanders, del partito democratico e membro del Senato USA, socialista dichiarato anche nelle scorse elezioni presidenziali, motore della riconquista della Camera dei Rappresentanti e Jeremy Corbyn, Parlamentare e segretario del Labour UK, dopo una lunga notte neo-liberista ad opera di Tony Blair, e che ambedue riportano ai valori del socialismo classico del 800-900, non possano essere altrettanto monito per una riunione della sinistra italiana che vada oltre i distinguo?

Sono convinta che in Italia ci sia bisogno di scrollarsi di dosso il politicismo che nell’ultimo trentennio ha caratterizzato la politica dei così detti progressisti. Urge abbandonare il politicamente corretto usato per assecondare la subalternità al pensiero unico con il conseguente abbandono delle lotte per i diritti universali. Si può unire la sinistra in Italia, ne sono convinta, lo si può fare tornando a rivendicare i valori fondamentali che nel 900 hanno contribuito a liberare il lavoro dallo sfruttamento e a emancipare i lavoratori e le lavoratrici e a liberare le donne dalla loro schiavitù millenaria, che le voleva subalterne e sottomesse. Sanders in USA e Corbyn in Inghilterra inseguono il sogno di uno stato che si occupi di tutti i cittadini soprattutto dei più deboli e che garantisca i diritti fondamentali che poi vorrebbe dire meno privato più pubblico. In Italia la rete delle città in comune ha iniziato il suo cammino verso questa direzione, a Perugia la sinistra unita si propone di vincere le elezioni.

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