Dopo la pausa di due anni, a causa dell’epidemia da covid, il prossimo giugno ancora una volta a Perugia ricompagliono pifferi, trombette e bandiere.
Perugia è l'unica città al mondo che festeggia la perdita dell’autonomia cittadina e una sconfitta storica.
La manifestazione, promossa dall’amministrazione comunale di destra, si svolgerà nel centro della città dal 9 al 12 giugno.
Questi i fatti avvenuti.
Andrea Braccio Fortebraccio conte di Montone, nacque da famiglia antichissima e nobile secondo alcuni a Perugia l’1.7.1368 da Jacoma Montemelini e da Oddo Fortebraccio in una casa situata nella via che va a S.Agostino. Secondo altre fonti, invece, nacque a Montone.
Nel 1393 dopo alcune sommosse cittadine fu cacciato, con altri nobili, dalla città di Perugia.
Nel 1416 riuscì a costituire un esercito personale e, pur essendo Capitano Generale della Chiesa, decise la riconquista di Perugia e di fare un proprio stato.
Lo scontro armato, tra le truppe mercenarie di Braccio e le milizie perugine, guidate da Carlo I Malatesta, avvenne il 12 luglio 1416, nei pressi di S. Egidio e finì con la vittoria di Braccio e la sua signoria, per pochi anni, su Perugia e alcune città vicine.
I perugini non vogliono commemorare sconfitte.
La vera festa storica da ricordare come un fatto glorioso della città sono le ricorrenze del XX giugno quando il popolo si batté per la difesa della città dall’attacco degli svizzeri inviati dal Papa.
Ma il XX giugno ricorda, anche, quello del 1944 nel quale Perugia si è liberata dal giogo nazi fascista.
In questi anni l’amministrazione di destra, non solo non ha risolto i grandi nodi dell’economia cittadina e rimosso i vincoli che ostacolano il suo sviluppo produttivo e sociale, ma la situazione si è aggravata notevolmente in molti aspetti.
È ormai evidente, dopo tutti questi anni, l’incapacità di questa destra di governare una città importante come Perugia.
Inutile fare l’elenco di ciò che non funziona, ci preme sottolineare soltanto un senso generale di apatia che ha coinvolto tutti gli strati sociali della comunità cittadina.
Perugia ora è una città spenta, senza anima, senza un ruolo importante nell’ambito dell’Italia centrale.
Invece che affrontare seriamente i problemi, la Giunta si occupa dei cortei, delle bandiere e dei giochi paesani.
Secondo noi occorre una svolta decisa: elaborare un nuovo progetto di sviluppo per la città, e creare un’alternativa democratica, innovativa e riformatrice.
Formule politiche quali campo largo, campo stretto, centro sinistra, non ci interessano. Siamo disponibili a discutere e, eventualmente a trovare un accordo, solo su un programma audace e preciso, che non ricalchi vecchie esperienze, e con un gruppo dirigente totalmente nuovo che creda nel futuro. frutto di un confronto con i cittadini.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia
 

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