Di Ylenia Sina

Oggi più che mai «si scrive acqua e si legge democrazia». Il vero e proprio boicottaggio istituzionale ai danni del referendum del 12 e 13 giugno oltre che attaccare i beni comuni e gli interessi dei cittadini a favore delle lobby dell’acqua e del nucleare ci sta dicendo che è meglio che i cittadini non si esprimano. A decidere della sorte dei beni comuni ci penserà la politica. Anche l’informazione, o meglio, la mancanza di informazione, ci sta mettendo del suo. Per questo stamattina sotto la sede Rai di Viale Mazzini a Roma i comitati referendari hanno manifestato per il diritto all’informazione. «Vogliamo che i cittadini vengano informati, vogliamo che sappiano che i referendum ci saranno e come sarà possibile votare» hanno spiegato. Al centro della polemica il regolamento in materia di comunicazione politica non ancora emanato dalla Commissione di Vigilanza Rai nonostante manchino solo 45 giorni al voto.

Al presidio oltre agli attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua pubblica anche la Federazione della Sinistra, Legambiente, Cittadinanzattiva, associazione articolo 21 e, per rivendicare il diritto a informare e non solo a essere informati, anche la Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi). “Apriamo i rubinetti all’informazione” la scritta che capeggiava fuori dai cancelli della sede Rai. Invece l’informazione, quella che apre un dibattito sulle ragioni a favore e su quelle contrarie sui temi in questione, viene sostituita, ancora una volta, dalla polemica politica, alimentata e distratta dal gioco allo scandalo a cui ci ha abituati il presidente Berlusconi.

Più volte dopo il raggiungimento delle firme necessarie a ottenere l’indizione del referendum alcuni attivisti del Forum hanno spiegato come aver conquistato il referendum fosse già una vittoria. Perché il referendum è un fine in sé e non solo un semplice strumento per raggiungere un obiettivo. Firmando, oltre un milione di persone hanno dichiarato che su ciò che a tutti appartiene, tutti devono poter decidere. Si scrive acqua si legge democrazia. Appunto.

Fonte: contrlacrisi.org

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