Domani festeggiamo il Primo Maggio, la festa delle lavoratrici e dei lavoratori. E lo festeggiamo in un momento in cui forte e pesante è l'attacco sferrato contro i diritti, da quello di sciopero, a quello della contrattazione e della democrazia nei luoghi di lavoro.
Un attacco i cui protagonisti sono sempre gli stessi, governo e Confindustria, complici ed alleati per riportare nelle aziende condizioni di lavoro di stampo ottocentesco, con l'unico obiettivo di ridisegnare i rapporti di forza ad esclusivo vantaggio del capitale e del profitto. Non solo. L'offensiva di questo governo antipopolare e guerrafondaio non ha risparmiato nemmeno la scuola e l'Università. Ecco, pensiamo che domani possa essere un Primo Maggio per lo sciopero generale del 6 maggio. Uno sciopero importante, nonostante alcune incertezze e timidezze della CGIL che non possono essere nascoste. Ma, appunto, uno sciopero che può rappresentare, anche nella nostra regione, una risposta vera agli attacchi che, oggi, lavoratrici e lavoratori subiscono. Nello stesso tempo però è vero anche che né la CGIL, né la FIOM hanno oggi una sponda politica in Parlamento a sostegno della loro azione: si va da un'opposizione che condivide sostanzialmente le politiche del governo, ad una che quando va bene è equidistante tra capitale e lavoro.
In questo senso la mobilitazione della CGIL è fondamentale. E lo è ancora di più se pensiamo che la stagione degli accordi separati sulle regole generali della contrattazione è iniziata per responsabilità di CISL e UIL. Dunque, domani come non mai, il Primo Maggio può tornare ad assumere un significato di lotta e di riconquista dei nostri diritti, delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la piena riuscita dello sciopero generale del 6 maggio. Questo è il nostro impegno.


Enrico Flamini
Segretario Provinciale Ptc-FdS Perugia 

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