Se riqualificare Piazza Grimana non basta

Convinto dell’utilità di ampliare la discussione su di un tema così importante per la nostra città, provo – senza dilungarmi in premesse che potrebbero essere ridondanti - a contribuire ad essa permettendomi di far notare, lo dico da tecnico che si è occupato per molti anni di urbanistica tecnica e di politiche di governo del territorio (sia professionalmente, sia ricoprendo ruoli istituzionali attinenti la materia), che pensare di risolvere le attuali criticità che interessano il centro cittadino (sia in termini di agibilità che di rispetto della legalità) attraverso la mera riqualificazione - tuttavia necessaria - dello spazio urbano e/o il riordino della viabilità è semplicemente illusorio, quanto il pensare che per governare i fenomeni sociali sia sufficiente l’azione delle forze dell'ordine.
Sia ben inteso, qualità e decoro dello spazio urbano (dunque riqualificazione degli spazi degradati o funzionalmente incongrui, corretta illuminazione, riduzione del traffico veicolare, etc.) ed ordine pubblico (attraverso un'efficace manon pervasiva gestione della sicurezza), sono precondizioni necessarie alla vivibilità cittadina, tuttavia insufficienti a risolvere criticità come quelle che interessano il centro storico di Perugia e che derivano da squilibri socio-economici che negli ultimi decenni sono andati a consolidarsi.
Infatti il degrado fisico ed i fenomeni di micro-criminalità che si riscontrano non sono la causa del problema ma gli effetti da esso prodotti e pertanto limitarsi alla riqualificazione dello spazio urbano e/o al suo costante presidio da parte delle forze dell’ordine produrrebbe poco più che la loro migrazione di poche centinaia di metri e probabilmente solo per un tempo limitato (senza intervenire sulle cause tali fenomeni sicuramente si ripresenteranno nuovamente).
Occorre dunque, se vogliamo stabilmente invertire la tendenza al degrado che sta’ interessando una parte sempre meno marginale del centro cittadino, ricercare le cause ed intervenire su di esse, con celerità (perché più aspettiamo e più tempo occorrerà per risolvere il problema), competenza (perché il problema è complesso ed è necessaria la piena padronanza degli strumenti che si utilizzeranno per evitare di produrre effetti diversi da quelli ricercati) e coraggio (perché non è possibile risolvere alcun problema di questa natura conservando lo status quo, a partire dalle rendite economiche legali - anche se in taluni casi non correttamente denunciate ai fini fiscali - che nel tempo si sono consolidate nell’area; occorre dunque accettare di correre qualche rischio sul piano del consenso politico).
Nel caso specifico di Perugia, del resto, non è poi così difficile comprendere che la causa primaria (non l’unica ovviamente) delle criticità esistenti è l’eccessiva permanenza della popolazione studentesca in relazione allo spazio fisico (il centro cittadino) che la ospita e che pertanto nessun intervento - per essere efficace - può prescindere da una significativa riduzione della stessa.
Occorre dunque, non credo esistano strade diverse realmente percorribili, promuovere politiche che in tempi contenuti portino ad un decongestionamento del centro storico dall’eccessiva presenza extra-formativa della popolazione studentesca (la criticità infatti non deriva dalla frequentazione delle sedi universitarie o degli istituti superiori, ovvero dalla loro concentrazione nella parte storica della città, quanto dalla permanenza ininterrotta in quest’area di una quantità di studenti insostenibile dalla stessa) favorendo una maggiore distribuzione territoriale del suo alloggiamento/pernottamento e permettendo così una parziale riallocazione nel centro storico di quote di attività economiche/professionali e categorie sociali che negli anni sono state allontanate per fare spazio alla popolazione studentesca (o che si sono allontanate volontariamente per la sempre più difficile convivenza che si era venuta ad instaurare con essa).
Se si diventa consapevoli di ciò, allora si può anche trovare il coraggio di assumere e perseguire con la necessaria continuità, politiche conseguenti e dunque con ogni probabilità efficaci.
Gli strumenti non mancano, non occorrono leggi che ne istituiscano di nuovi, è sufficiente aggiornare gli esistenti; a partire da quelli di governo del territorio (P.R.G. e strumenti di programmazione urbanistica), superando l’errata convinzione (purtroppo ancora diffusa) che questi servano sostanzialmente a regolare i processi di trasformazione fisica del territorio e non rappresentino invece un utile strumento di gestione (non l’unico ovviamente) delle dinamiche sociali ed economiche della comunità a cui afferiscono (quando invece, in un contesto storico in cui l’antropizzazione dello spazio terrestre, specie in occidente, ha raggiunto un’estensione oltre il limite della sostenibilità e oltretutto nel complesso ampiamente superiore al fabbisogno delle popolazioni ivi insediate, è solo in questo ambito che gli strumenti urbanistici possono ancora conservare una specifica utilità).
In particolare basterebbe affiancare il P.R.G. con un “Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni” che definisca con maggiore specificità le caratteristiche delle abitazioni che possono essere destinate ad alloggiare la popolazione studentesca (inquadrandole in una specifica tipologia regolamentata), nonché disciplini la loro concentrazione/dislocazione sul territorio comunale.
In sinergia a tale azione potrebbe operare, previa modifica dei vigenti Regolamenti in materia, una diversa modulazione delle tariffe comunali per tale tipologia d’uso (diversificando le aliquote in relazione all’ambito territoriale; ad esempio maggiorandole nel centro storico e riducendole nelle frazioni) ed una più puntuale definizione degli obblighi dei soggetti coinvolti (locatari ed affittuari) che favorisca l’emersione dell’effettiva dimora degli studenti (indispensabile al controllo/gestione della sua riallocazione), da perseguire anche attraverso un maggior coordinamento ed una maggiore cooperazione tra gli uffici comunali e le istituzioni universitarie.
Naturalmente l’efficacia di tali azioni dipenderà anche, se non soprattutto, da una coerente e competente azione di gestione, controllo e repressione degli abusi che assicuri la piena attuazione di quanto programmato.
Personalmente sono convinto che, per quanto una soluzione ai problemi del centro cittadino non sia proprio dietro l’angolo (qualsiasi azioni si intraprendano, anche da subito, non basteranno certamente pochi mesi per rendere tangibile un’inversione di tendenza) e nonostante l’approssimarsi delle elezioni comunali, l’attuale Amministrazione possa ancora fare molto, al punto da essere determinante per la soluzione di questo complesso problema.
Certamente occorrerà determinazione ed il coraggio di mettere a rischio legittime aspirazioni politiche, così come occorrerà che essa non sia lasciata sola, per calcolo o pigrizia, dai partiti politici che la sostengono o dalle altre istituzioni, come dalle associazioni e dai tanti cittadini che si impegnano ed hanno a cuore la nostra città.
Spero sinceramente che ciascuno faccia la propria parte.
Claudio Fondelli

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