Di Ciuenlai - Il nome è ininfluente perchè non cambia la realtà delle cose. Le “rimanenze”,  i “rimasugli”, , di quello che fu un blocco dominante e ritenuto “invincibile”, che oggi chiamano Pd ,non sono in grado di esprimere un proprio candidato “vincente” o, addirittura, solo competitivo per gli incarichi più prestigiosi e pesanti dell’Umbria. Perché chiunque mettano in pista , segretario regionale compreso, sarebbe un fiasco clamoroso (non lo dico io ma tutti i sondaggi e gli studi elettorali di questi ultimi mesi).

Lo sanno ed è per questo che,  da qualche anno, i “democratici” hanno virato sulla “società civile”. O meglio si nascondono dietro a candidati provenienti dalla destra che presumono possano pescare voti in quell’area e riequilibrare la partita. Insistono su questa linea .

Eppure i precedenti sono da catalogare in una scala che va da negativi a disastrosi . I casi di Fora e Bianconi sono patetici. Il Primo era noto per il suo appoggio al Sindaco “forzista” di Perugia Romizi, il secondo al Sindaco di Fratelli d’Italia di Norcia Alemanno. Due persone, che hanno portato “due spicci” alla coalizione. In compenso sono diventati così “fedeli “ alla causa, che non appena eletti sono tornati immediatamente dentro la loro casa naturale: “la destra”. Complimenti per la prestazione! Ma nonostante tutto, come sta succedendo oggi nel capoluogo, si continua su questa strada.

Ora i nomi proposti, sono probabilmente persone capaci nei loro ruoli, nei loro lavori, ma date retta , in questa disputa, sono tutti dei probabili perdenti, delle potenziali vittime sacrificali. Tanto più che i grandi strateghi di Madonna Alta (eh si perché le sedi del Pd di Piazza della Repubblica e Via Bonazzi, per chi non lo sapesse sono state chiuse) hanno “segato” anche l’unico candidato che, in questa perversa logica politica,  poteva dare un minimo di speranza per giungere al ballottaggio. Parlo di Filippo Calabrese che avrebbe potuto portare in dote il simbolo dell’attuale primo partito della città “Progetto Perugia”,  che ora, invece , è tornato all’ovile, costringendo il segretario comunale Cristofani, che aveva scommesso tutto su questa ipotesi, a dimettersi , determinando una grave frattura con l’anima Dc del Pd. Una cosa che può essere portatrice di  molte defezioni (Dice che Leonelli e Monni stanno gongolando).  

Ma allora perché insistono a farsi del male?  Semplice  perchè sono senza alternative. Non sono  più in condizione di presentare candidati , proposte e progetti in grado non solo di competere, ma di essere semplicemente credibili.  In una parola non sono più in grado di esercitare la propria egemonia nemmeno nel proprio campo. L’avvento dell’individualismo sfrenato ha fatto danni epocali.

L’organizzazione del Partito non è fatta più di sezioni e di militanti , ma da due parole chiave “capicorrente “ e “collabratori”  (ma si quelli che i cattivi chiamano portaborse) che , notoriamente,  debbono avere come caratteristica quella di essere molto , ma molto più scarsi del “leader” . E così quando, dopo un secolo o una disgrazia, avviene il ricambio sale in cattedra il primo “collaboratore”, che si circonda di altri “collaboratori” sempre più scarsi. Alla fine si ottiene come risultato la completa scomparsa di qualsiasi cosa che assomigli ad un gruppo dirigente fatto di competenze, di esperienze sul campo e di vero consenso popolare.

Quel che rimane non è un partito ma un “Club” , sempre più piccolo e sempre più legato a quel poco di potere rimastogli,  nel quale” i soci” , interessati più alla loro posizione personale che alla “Politica”, sono sempre quelli , anche se, come nel caso umbro, hanno accumulato una catasta di sconfitte grande come il Monte Vettore. 

E’ per questo che da 10 anni a Perugia non c’è alcuna opposizione non c’è alcun legame tra i problemi della città, delle periferie , delle frazioni, delle categorie e le minoranze in Consiglio Comunale. Non c’è perchè chi dovrebbe organizzarla non sa come si fa perchè non riesce ad andare oltre il piccolo cabotaggio politico. Lo sanno tutti, meno loro.  Una vera alternativa non si può organizzare qualche settimana prima delle elezioni, demandando tutto ad un nome e a qualche slogan. E le conseguenze già si vedono.

Al momento i sondaggi sono impietosi. Il campo sarebbe larghetto ma il voto molto stretto (dicono sia qualcosa meno del 30% col Pd tra il 17 e il 20%). Dice che gli allibratori la vittoria al primo turno del centrodestra a Perugia si rifiutano di quotarla. Sarà vero o verranno clamorosamente smentiti?

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