Di Eugenio Pierucci


Sulla morte di Osama bin Laden non abbiamo dubbi, per una semplice considerazione: se quello che viene considerato unanimemente il più grande terrorista internazionale dovesse ricomparire in qualche parte del pianeta, gli Stati Uniti ed il suo Presidente farebbero una pessima figura, tale da screditarli per sempre. E non possiamo credere che l’unica grande potenza mondiale rimasta dopo il dissolvimento dell’Urss possa rischiare di compromettere, raccontando una balla enorme, questo ruolo fondamentale che la storia recente gli ha assegnato.

Del resto la conferma della fine di bin Laden è stata confermata dalla stessa organizzazione terroristica, o meglio dal ramo yemenita nella stessa, che ne avrebbe avuto a sua volta conferma dal ramo fratello pakistano.

A non convincerci sono però alcune circostanze che ci sono state raccontate sullo svolgersi dell’operazione che avrebbe portato all’uccisione dell’uomo ricercato vanamente per circa un decennio, ed una in particolare, quella della frettolosa sepoltura del cadavere in mare, secondo il “rito islamico”, come ci è stato detto.

Per prima cosa c’è da osservare al riguardo che il modo più semplice per confutare le tesi negazioniste sarebbe proprio quello di mostrare al mondo il corpo del leader della più sanguinaria organizzazione terroristica della storia umana ed l’avere rinunciato “spontaneamente” a questa arma propagandistica ci pare davvero incredibile.

Un’incredibilità accresciuta dal fatto che nel rito di sepoltura islamica non figura affatto la versione marittima sostenuto dagli Usa che, anzi, viene bollata come blasfema. La sepoltura corretta per i credenti in Allah è infatti quella in una fossa nella quale il corpo del defunto viene calato avvolto nudo in un sudario a stretto contatto con la nuda terra e, soprattutto, con i piedi rivolti verso La Mecca. Ora qualcuno ci deve dimostrare come sia possibile assicurare tale osservanza con un cadavere fluttuante fra le onde.

Sono pertanto giustificati i dubbi da più parti emersi al riguardo. Dubbi basati dalla possibilità che un attento esame del cadavere possa smentire la dinamica degli avvenimenti così come ci è stata descritta, cosa non certo possibile basandoci solamente per le indagini sulle immagini divulgate dalla televisione pakistana che in tanti hanno bollato come false e che sono state smentite perfino dall'autorevole agenzia Reuters e per ultimo riconosciute come tali anche dalla stessa Tv pakistana che le aveva diffuse.

Dall’esame del cadavere si potrebbe risalire, ad esempio, all’ora esatta della morte che potrebbe essere diversa da quella comunicateci. E si potrebbe anche stabilire, senza alcuna ombra di dubbio, come e con quale arma bin Laden è stato ucciso. Ed a giustificare gli interrogativi al riguardo va ricordato che all’opera del “drone” della prima ora, si è poi passati al colpo di arma da fuoco alla testa secondo la versione definitiva.

Ma dall’esame del cadavere potrebbe emergere anche una verità diversa su chi ha veramente ucciso bin Laden: un commando americano, come ci hanno detto, o la semplice consegna del corpo del leader stragista agli americani da parte del governo di Islamabad che, dopo averlo protetto a lungo (basti pensare che aveva trovato rifugio con la famiglia in una villa bunker a pochi metri da una caserma dell’esercito pakistano) si è infine deciso, chissà in cambio di quale contropartita, più politica che economica, a chiudere la bocca ad un testimone che si era fatto sempre più imbarazzante?
 

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