I numeri parlano chiaro, la responsabilità della mobilità passiva è di esclusiva responsabilità della giunta Tesei”: lo sostiene il consigliere regionale Donatella Porzi (Misto-Azione).

“A inchiodare il centro destra alle gravi responsabilità e alla mancanza di programmazione è direttamente la Corte dei conti, che ha pubblicato un recente report dove si evidenzia che ‘dall’analisi della mobilità attiva e passiva emerge la forte capacità attrattiva delle regioni del nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle regioni del centro-sud’. Infatti la Regione Umbria nel decennio di riferimento 2012-2021 è passata da una forte attratività in entrata, che permetteva anche a cittadini di altre regioni di ricevere cure di eccellenza, a una drammatica passività che ha visto il suo culmine negativo negli anni 2020 e 2021. Si è passati infatti dai 25,67 milioni di attivo del 2017 e dai 20 milioni del 2018 di guadagni per mobilità sanitaria attiva ai -10 milioni del 2020 e ai -9 milioni del 2021. I numeri ci dicono che gli umbri scappano dalla sanità regionale perché non la ritengono all’altezza di offrire prestazioni dignitose. Nonostante gli enormi sforzi di tutto il personale sanitario, che per noi continua ad essere eroico, assistiamo alla distruzione massiva del sistema pubblico sanitario regionale universale”.

“Inoltre - continua Porzi - il buco aumenta giornalmente, arrivando a circa 230 milioni di euro, soldi che i cittadini umbri saranno chiamati a versare in prima persona con l’aumento delle tasse se si dovesse verificare il commissariamento. Tutto questo in aggiunta a quanto già affermato nella relazione della Corte dei Conti nel verbale della riunione del 6 aprile 2022 dove si afferma che il tavolo ha rilevato il contributo delle partite straordinarie nel miglioramento del risultato degli anni 2020 e 2021 rispettivamente per 14 e 17 milioni. I dati ci dicono che, a fronte di un peggioramento dell’offerta sanitaria, l’enorme disavanzo della gestione ordinaria del binomio Tesei-Coletto conferma un grave sbilancio strutturale del sistema, che contraddice radicalmente i roboanti annunci pre-elettorali circa la costruzione di nuovi ospedali, la riapertura di quelli chiusi e la conseguente assunzione di personale tanto sbandierata che i numeri smentiscono in maniera impietosa”.

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