di Simone Cumbo

L’Onu condanna «l’assalto a Gaza» e chiede una commissione d’inchiesta sulle «vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà dei palestinesi». Usa contrari, l’Italia si astiene. Per il premier israeliano Netanyahu «è una parodia». E nella Striscia altri morti sotto i bombardamenti, fuori uso centrali elettriche e idriche... Ed il mondo resta a guardare, mentre in Iraq, Afghanistan, Libia, si è invaso per molto, molto meno... Con dei mass media vergognosi che parlano di guerra, quando in realtà di massacro si tratta, il massacro di un popolo.  Con un esercito di doppiogiochisti, quelli del “la colpa è di tutti, quindi di nessuno” che imperversano su tv e giornali...

E l'Italia democratica ed un tempo amica del popolo arabo, si astiene su una risoluzione ONU sacrosanta e dovuta. Una politica estera miope, vergognosa, succube di quella americana che condanna il popolo palestinese, ad una ingiustizia storica, ovvero quella di reclamare una propria terra, che è storicamente e continuamente ridisegnata in maniera unilaterale dai Governi israeliani... Una striscia di terra violentata, dove un muro la divide dalla “civiltà”....un muro ignobile e che grida orrore e giustizia!

Ma la Politica dove è?

Possibile che da parte democratica nessuno gridi vergogna per questa ingiustizia? Si pronuncino ora Regioni e Comuni invitando il Governo a chiedere scusa per questa ignobile figuraccia! In Palestina, a Gaza si sta perpetrando un massacro, i pochi giornalisti presenti ci parlano di effetti come di un “terremoto”, macerie, dolore e violenza ovunque....

Non si può non ricordare le parole del grande Poeta Salvatore Quasimodo nella sua “Agosto 1943”:

Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s'è udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio: E l'usignolo
è caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.

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