Commentare una sentenza con cui questo Stato presente, condanna alcuni suoi nemici (10 ragazzi condannati per “devastazione e saccheggio per i fatti del G8 di Genova), con sentenze gravi, decine di anni di galera, stracciandosi le vesti e gridando all’ingiustizia è sbagliato e non serve a niente.

Questo stato infatti non è né “buono”, né “cattivo”, è semplicemente di parte, serve gli interessi di cui esso stesso è l’espressione organizzata.

Guardare a pochi giorni fa,  e vedere che i servitori di questo Stato che Amnesty International definisce torturatori, per aver massacrato 63 giovani inermi nella notte cilena del luglio 2001, non faranno un giorno di galera, tra attenuanti e prescrizioni, e che le condanne ( insignificanti ), rimarranno loro appiccicate come  una medaglia al valor militare, fa ancor più ribollire il sangue, e fa venir la voglia di dire che ingiustizia è fatta, ma non serve a niente.

E’ come la pax romana che era la pace dei vincitori applicata ai vinti, queste condanne fanno parte delle leggi dello Stato del capitalismo italiano, si applicano ai vinti non ai vincitori, che c’è da meravigliarsi ?

Non vogliamo dire di reprimere i nostri sentimenti, anzi senza passioni non si va da nessuna parte, quindi arrabbiamoci pure e tanto ma, poi, mettiamoci al lavoro.

Dopo lo sfogo non può esserci rassegnazione; è necessario che ognuno faccia la sua parte, cioè quella che sa fare, la dove sta, ora.

L’Associazione Culturale Casa Rossa trova le sue ragioni di esistenza nel lavoro di mantenere viva la cultura politica del conflitto di classe ( o se qualcuno preferisce del conflitto sociale ) e l’obiettivo di costruire una società fondata sull’uguaglianza e sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione.

Quanto sia difficile in tempi come gli attuali remare controcorrente ogni compagno di buona volontà lo sa molto bene. Nonostante ciò e proprio per questo non ci si può fermare.

I mezzi di informazione non parlano altro di come i governi riescano a servire i mercati tassando i poveri, cancellando i servizi, tagliando i salari, di come  i gruppi finanziari americani e le loro agenzie tentino di scaricare tutta la crisi sull’Europa, della democrazia che in senso proprio non c’è mai stata ma che nella forma reale che ha preso in occidente nei secondi cinquant’ anni del novecento, certamente è morta: “come si permettono i Greci di fare un Referendum per decidere cosa fare della propria vita !”, della Germania che con le sue banche prima compra il debito dei paesi mediterranei e poi impicca i popoli all’albero dei suoi interessi.

Il silenzio deve essere rotto, la consegna deve essere quella di agire per una nuova resistenza sociale contro i mercati, le banche e i governi che le servono. Serve l’unità di chi non ci sta a stare zitto, bisogna ascoltare chi ha cose da dire, tendere le orecchie la dove ci sono popoli che si sollevano.

Dobbiamo discutere insieme di tutto questo, forse l’occasione può essere ancora quella di una settimana di incontri  politici e non solo, magari in quella che potrebbe essere la nostra XXII Festa, o meglio: LA SETTIMANA DELLA CULTURA OPERAIA.

Parliamone martedì 17 ore 18 presso Associazione Culturale CASA ROSSA via XIV giugno 26 Spoleto

ASSOCIAZIONE CULTURALE CASA ROSSA

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