Ex consorzio.Inciucio per rendita, speculazione immobiliare e centro commerciale

Oggi, a Gualdo, una ristrettissima cerchia di ricchi è diventata ancora più ricca solo grazie a poche, semplici e brevi paroline magiche scritte nella variante al piano regolatore generale votata a larghissima maggioranza dal partito del Sindaco, dal PD di Costantino Matarazzi e dai monacelliani.
Con un tratto di penna, l'area dell'ex consorzio agrario è stata infatti definitivamente destinata ad area commerciale, regalando d'un colpo milioni di euro alla cordata di appaltatori e di rentiers locali costituitasi per realizzare l'ennesimo centro commerciale nella nostra Città.
In precedenza assicuratasi l'acquisto all'incanto fallimentare, a quattro soldi, di un'area notoriamente destinata a servizi pubblici collettivi, la cordata di imprenditori può oggi rivendersi il nuovo complesso che vi sorgerà o affittarne i locali grazie ad un artificio che ne ha moltiplicato il valore e perfino grazie alla messa in disponibilità di 3500 metri quadrati di proprietà pubblica, essenziali a "fare" la volumetria necessaria a catalogare il tutto come centro commerciale e direzionale e, soprattutto, a consentirvi la realizzazione di un altro supermercato.
Si è così compiuto l'iter di una speculazione immobiliare perfetta con il pieno e consapevole coinvolgimento della pubblica amministrazione locale, grazie peraltro alle larghe intese consumatesi nell'inossidabile partito unico della rendita le cui articolazioni hanno fatto ridicolmente a gara per prendersene i "meriti", con il PD e con i riottosi monacelliani che non hanno neanche saputo mettere a valore il loro voto favorevole per correggere il progetto nella parte relativa alla permuta da loro stessi contestata, per un'alternativa più utile all'inservibile auditorium.
Non è ovviamente in questione e non è per noi mai stata questione l'intento di recupero di un'area da anni degradata posta all'ingresso della Città. É invece in discussione la sua destinazione finale, con un centro commerciale che darà il definitivo colpo di grazia alla piccola distribuzione, al centro storico ed ai negozi di prossimità dei quartieri che stanno diventando sempre più dei dormitori, con l'aggravante che l'eventuale trasferimento del supermercato Coop produrrà altrettanti effetti di disinvestimento, di crisi e di desertificazione nella zona in cui così tante attività hanno a suo tempo investito – e furono allettate dall'investirvi – proprio grazie al giro d'affari garantito da quell'ormai storica presenza.
Nella stessa Città che dopo la ricostruzione ha visto drammaticamente, prevedibilmente e per certi versi ragionevolmente contrarsi la domanda di beni immobili, nella stessa Città in cui al pari dell'intero Paese si consuma la tremenda crisi dell'edilizia dopo la grande abbuffata dei decenni passati, nella stessa Città in cui è esplosa una bolla immobiliare senza precedenti, con centinaia di immobili (capannoni, appartamenti, locali commerciali ecc.) che restano invenduti o sfitti e nella stessa Città così satura proprio di centri commerciali, la ricetta contro la crisi e per il lavoro con cui il partito unico della rendita giustifica l'ennesima operazione di speculazione resta la solita: facciamo un altro centro commerciale per dare ossigeno alle nostre imprese.
Noi crediamo che l'intervento all'ex consorzio, così come concepito, darà ossigeno solo per alimentare ulteriormente la bolla immobiliare, e, ben lungi dal rappresentare una risposta alla crisi delle imprese coinvolte, produrrà neanche tanto alla lunga effetti altrettanto devastanti per l'economia locale e per l'equilibrio del settore commerciale.
Dopo il consiglio comunale di lunedì sera brindino dunque i rentiers e gli impresari che credono ai benefici più immediati del loro investimento. Ma non brindi Gualdo, non brindino quegli artigiani che ammaliati dall'affare sono in procinto di assicurarsi i sub appalti di indotto e non brindino i lavoratori delle imprese costruttrici. Comprendiamo, a questo proposito, lo stato di sofferenza delle maestranze che hanno temuto per la perdita del posto di lavoro qualora l'affare fosse saltato, ma non è certo col fare la claque organizzata alla bisogna e per simili prospettive che riusciranno a garantirselo. Si facciano pagare piuttosto gli straordinari!
Sta infatti diventando una brutta consuetudine del programma svendiGualdo della Giunta Morroni l'avvalersi periodico di una qualche manciata di lavoratori disperati da sollevare proprio a sostegno delle sue iniziative o dei suoi svarioni più discussi e discutibili. E' successo con le cave, è successo con le pensiline fotovoltaiche ed è successo per l'ex consorzio.
Il messaggio è ancora una volta inquietante: pochi privati, nella nostra Città, possono fare quello che vogliono perché c'è il ricatto del lavoro e si profitta della disperazione e della paura, consumando fino all'osso la dignità del lavoro. Questa è stata la volta di un ennesimo centro commerciale. Noi crediamo che per l'ex consorzio, per una delle ultime opportunità di rilancio economico possibili alla nostra Città, sarebbe stato preferibile seguire un'altra via proprio nel segno del recupero che avrebbe senz'altro fatto lavorare le imprese e le loro maestranze, ma che avrebbe dovuto fruttificare più semi buoni a beneficio di tutta la collettività, diversi da quelli che è lecito attendersi dalla realizzazione del solito supermercato con annesse logistiche.
Il voto delle larghe intese di lunedì sera non rende sconfitte quelle centinaia e centinaia di gualdesi cui abbiamo dato voce promuovendo la straordinaria petizione dei mesi scorsi. Ci saremmo sentiti tali solo nel caso in cui si fosse proceduto al referendum popolare invocato dalla raccolta di firme e se in quel referendum ci fosse stata una chiara volontà dei cittadini a conferma delle scelte dell'Amministrazione comunale. Quella possibilità di partecipazione per correggere un progetto che si avvaleva di un bene comune e dei regali della pubblica amministrazione ci è stata proditoriamente e pavidamente negata.
L'alternativa popolare, civile e di sinistra riparte da là, dalla visione e dalla volontà di un altro modello di sviluppo e di coesione sociale per Gualdo, confortata dal consapevole sostegno di tanti concittadini; alla Giunta Morroni, al PD e ai monacelliani lasciamo volentieri l'ingrato compito di contendersi fino all'ultimo il "merito" al cospetto dei quattro-cinque soci de Il Granaio, nel mentre continuano a battibeccare sul sesso degli angeli sul piano locale o nel mentre continuano ad essere parte della stessa politica che ha portato l'Italia nel baratro economico e sociale e che oggi sta proseguendo la sua sciagurata opera col governo Letta-Alfano.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

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