Segnalata l’anomala presenza a Piediluco di branchi di persici trota, comunemente chiamato dai pescatori boccalone o blak bass, a pelo d’acqua, tutti della stessa taglia e dalle stesse livree chiare.

“Un fatto molto strano – denuncia Legambiente Umbria – che lascia supporre che siano state fatte a Piediluco immissioni illegali di questi pesci per compiacere qualche pescatore sportivo”.

Immissione illegale?
 

La circostanza che gli esemplari di persico trota pescati siano della stessa taglia, abbiano una livrea chiara – a differenza di quelli che abitualmente si trovano a Piediluco che hanno una colorazione del dorso verde scuro – e che presentino addirittura ancora le uova, quando questi pesci notoriamente si riproducono da maggio e giugno, lascia supporre che provengano da qualche allevamento e che siano stati immessi illegalmente nel Lago di Piediluco, notoriamente molto frequentato da pescatori di black bass.

“Se si trattasse di immissioni illegali, sarebbe un fatto gravissimo – continua l’associazione ambientalista – intatti l’immissione di specie aliene è assolutamente vietata e certamente la Regione Umbria non ha mai autorizzato immissioni di blak bass a Piediluco”.
A questo si aggiunge che il persico trota è inserito nell’elenco delle 100 specie aliene invasive più dannose al mondo, per l’impatto che ha sulle specie originarie dei luoghi in cui viene rilasciato. Queste immissioni, tra l’altro rischiano di inficiare gli interventi e le misure di salvaguardia del luccio italiano che è una specie autoctona di elevato interesse piscatorio e conservazionistico essendo inserita nella Lista Rossa dei vertebrati italiani.
 

“E’ necessario che la Regione Umbria e gli organi di controllo si attivino con iniziative volte a prevenire l’immissione e l’abbandono delle specie invasive in natura, prevedendo anche regolamenti che vietano il rilascio dei persici trota una volta pescati. Nello stesso tempo devono essere intensificati i controlli sul territorio”.

L’appello alle associazioni di pesca sportiva dell’Umbria

Dalle associazioni di pesca sportiva, molto presenti in Umbria, ci aspettiamo invece che intervengano pubblicamente – conclude Legambiente Umbria –condannando con forza azioni illegali come queste a danno della biodiversità e del patrimonio naturale e isolando e denunciando i pescatori che infrangono norme nazionali e europee”.

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