A Berlino e in altre duemila moschee tedesche venerdì scorso, i mussulmani hanno manifestato tutta la loro condanna per gli orrendi omicidi perpetrati nei confronti di innocenti giornalisti, la cui unica colpa era quella di trovarsi lì in quei luoghi per fare il loro lavoro, il loro dovere.  Un atto sicuramente meritevole, anche se va sottolineato tardivo. Resta da capire cosa ne pensano le comunità mussulmane italiane e degli altri Paesi europei, che ancora oggi non si sono pronunciate su tali crudeli bestialità.

Quello che lascia perplessi ancora una volta però, sono le modalità attraverso le quali i mussulmani di Berlino, hanno preso le distanze da quegli omicidi. Le donne, raccontano le cronache, sono restate rigorosamente indietro, separate dagli uomini. Un metodo di vivere in quelle comunità che mette in luce ancora una volta, che quella religione come tutte le altre monoteiste, sono portatrici di violenza.

Tenere le donne separate, segregate, indietro, è un chiaro messaggio che dice senza mezzi termini, che la donna è un essere inferiore. Sta in questa concezione, la natura violenta delle religioni. Come si può condannare quegli omicidi, seguitando a considerare la donna un essere impuro. “Portatrici di disordine e immoralità”, così le definiva il profeta Maometto che si era autoproclamato, bontà sua,  come l’unico rappresentante  di Allah.

Anche in quella moschea si è riaffermata quella cultura fondata sul Corano e sulle sure,  che regolano rigidamente la vita matrimoniale e i rapporti tra i due sessi in generale.  Si è pregato contro il razzismo e il radicalismo, ma il fatto di avere tenuto indietro le donne, è già di per se un atto razzista.

Anche nella cultura islamica il rapporto tra i sessi ha da secoli imboccato la strada della sottomissione femminile, e sulle libertà in generale e della donna in particolare, pesa un’inaccettabile limitazione dei diritti umani e civili, che ipocritamente il potere religioso maschile sostiene di farlo per proteggerla.

«Allah dice che gli uomini sono tutti uguali» scandisce dal palco Bekir Alboga, del Coordinamento dei musulmani tedeschi. Gli uomini appunto, non le donne. E’ su queste contraddizioni che, a mio avviso stanno alla base di tante devianze, che nel corso dei secoli hanno prodotto solamente tanta iolenza contro il genere umano, che bisognerebbe aprire in Occidente una riflessione di massa. Chiamando i religiosi di professione, i credenti, ad un confronto serio che porti ad una loro evoluzione sulla concezione della donna e più in generale di tutto ciò che è riconducibile a questa vita terrena.
 

Renato Casaioli

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