PERUGIA - “Un ulteriore e preoccupante segnale del degrado, politico, sociale e culturale, prodotto da venti anni di governo del paese da parte del centro destra padroneggiato da Berlusconi e da 'liberisti spinti' presenti anche nel centro sinistra”. Lo dichiara il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc – Fds) riferendosi al “ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, paladino della semplificazione, che in una delle ultime e quindi più pericolose esternazioni di un Governo ormai agli sgoccioli, ha dichiarato di voler eliminare la certificazione antimafia ed il documento unico di regolarità contributiva (Durc)”.

Per Goracci, in questo modo, Brunetta dimostra di ritenere “inutile vigilare sulle infiltrazioni mafiose nei confronti dei soggetti che intendono instaurare rapporti con la pubblica amministrazione. La sua esternazione irrompe tempestivamente anche nella nostra regione proprio quando è venuto alla luce l'inquinamento prodotto dalla criminalità organizzata in settori vitali dell'economia umbra. Di fronte a ciò rischia di fare meno effetto la gravissima proposta di abolizione del Durc, che rappresenta l'unico argine al mancato versamento di contributi ai lavoratori da parte delle imprese: se non paghi i contributi non hai il Durc e se non hai ottenuto il Durc non ottieni appalti. Vigila anche sul cittadino privato a cui non viene erogato il finanziamento pubblico”.

“L'incredibile superficialità della proposta colpisce particolarmente me stesso e la nostra Regione – rimarca Goracci - in quanto, nell'ormai lontano 1998, avviando la fase di ricostruzione successiva al sisma del settembre 1997, procedemmo ad introdurre, per primi in Italia, la richiesta di certificazione attraverso la quale le imprese erano tenute ad attestare l'assolvimento di tutti gli obblighi legislativi e contrattuali rispetto agli enti previdenziali (Inps, Inail e Cassa Edile). L'Umbria costituì allora un modello avanzato di riferimento per la legislazione nazionale in materia. A distanza di 13 anni – conclude - un ministro della Repubblica Italiana ritiene che il Durc possa essere un ostacolo alla crescita economica di cui necessita il paese”.
 

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