di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Il loro motto, in latino, suona: "Flammas domamus, donamus corda" (Domiamo le fiamme, doniamo i (nostri) cuori"). I vigili del fuoco sono presenti - con tanto di documento di fondazione - nel capoluogo umbro da 150 anni. L'atto costitutivo - conservato all'Archivio di Stato - porta la data del 14 settembre 1871 (non a caso giorno della ricorrenza della liberazione della città dalle truppe papaline, nel 1860). Sindaco dell'epoca Reginaldo Ansidei, assessore Giancarlo Ticchioni. Fu quest'ultimo ad illustrare al consiglio comunale la necessità di un corpo professionale contro gli incendi, tra le mura ed in periferia e contro le altre calamità naturali. Fino a quel momento la città si affidava al volontariato, cioè agli artigiani ed agli operai dei cinque rioni cittadini. Convocati al suono delle campane in caso di incendi. Col provvedimento votato dal consiglio comunale il nucleo di intervento del "Corpo dei Pompieri" venne costituito con un comandante (Zeno Buranelli), con un sergente (Tomeo Bartoccioli), con due caporali e con 22 "comuni".
E' un lavoro davvero encomiabile il volume dal titolo "Una passione che non si spegne" di Gilberto Scalabrini, per i tipi delle "Grafiche Millefiorini" di Norcia. Duecento pagine, in carta patinata, bene impaginate e con un apparato iconografico incredibilmente consistente. Il libro, tra l'altro, colma un vuoto e narra la storia della città da un punto di osservazione del tutto originale. Curiosità sociali, anche, come il gran numero di suicidi legati alla povertà ed all'alcolismo, negli ultimi decenni dell'Ottocento e pure notizie più leggere come il colore rosso con il quale, a partire dal 1885, vennero dipinti i mezzi di soccorso o, ancora, l'introduzione della "Pompa a vapore" (alimentata a carbone) nel 1890. A seguire l’evoluzione dei mezzi a motore e poi il passaggio da istituzione cittadina a nazionale, esattamente 82 anni or sono, con la nascita del "Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco". Tra le testimonianze raccolte - non è possibile citarle tutte - anche quella di Adriana Guaitini, per quaranta anni (1940-1980) impiegata civile al comando dei Vigili del Fuoco. O il racconto della famiglia Diarena che ha visto in divisa Luciano, prima, quindi il figlio Stefano ed oggi il nipote Roberto. Una sorta di dinastia che si è distinta per le doti acrobatiche con le quali i tre esponenti della stirpe hanno e continuano a dare spettacolo, in particolare la verticale in cima alla scala, strumento di lavoro indispensabile. O ancora la presenza femminile, che risale al 1989 e che vede, oggi, a Perugia due donne operative (sulle circa duecento a livello nazionale). Chi scrive, cronista di nera e giudiziaria per diversi decenni, ha conosciuto e visto all'opera decine e decine di vigili, sia ai tempi del comando in corso Cavour, sia successivamente nella nuova struttura di Madonna Alta e mantiene un'alta stima del lavoro di questi uomini e donne che mettono a disposizione, talvolta correndo gravissimi rischi personali, le loro competenze tecniche e le loro qualità umane, a favore della comunità.
A Scalabrini ed agli altri che hanno contribuito al varo di questo interessante volume vanno rivolti gli apprezzamenti ed i complimenti dell'intera comunità. Tra l'altro il testo e le fotografie ci restituiscono volti, avvenimenti, episodi di un bel tratto di storia cittadina che vale la pena ripercorrere o, per i più, conoscere.

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