PERUGIA - Il blocco degli stipendi dei pubblici impiegati da parte del governo è una scelta gravissima e che peggiora le condizioni di vita dei lavoratori già pesantemente colpiti dalla crisi.

Già con le politiche di austerità imposte dall’Europa e accettate supinamente dal governo italiano gli effetti della crisi vengono amplificati, in assenza di misure di contrasto che vadano incontro ai problemi che affliggono milioni di italiani.

Invece di dare ossigeno alle tasche dei lavoratori si fa esattamente il contrario, bloccando il rinnovo del contratto del pubblico impiego, fermo ormai dal 2009. Doccia gelata, quindi, per tre milioni di lavoratori pubblici, dopo le vane attese venutesi a creare con l’”annuncite” di Renzi e le dichiarazioni in merito alla ventilata riforma della Pubblica Amministrazione.

Auspico che i sindacati umbri battano un colpo e si mobilitino per contrastare una scelta ai limiti della insensatezza,  e si chieda al governo una decisa inversione di marcia, per determinare una uscita dalla crisi e dalle gabbie dell’austerità, che stanno mettendo a repentaglio lo stato sociale del Paese e dell’Umbria.   

Stefano Vinti

 

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