"Per morti sul lavoro l'Italia occupa il secondo posto in Europa, dopo la Francia: 538 morti nei primi sei mesi del 2021 - osserva Stefano Vinti -. Non sono morti accidentali ma il frutto drammatico di uno squilibrio di potere nei luoghi di lavoro e di una situazione di irregolarità e illegalità diffuse che evidenziano una responsabilità padronale sistemica. Le morti sul lavoro e il loro livello, denunciano l'assenza di una politica sociale rigorosa e uno scarso impegno finanziario e organizzativo, come scrive Nadia Urbinati su Domani".
"Cambiare si può - conclude Vinti -, cambiare si deve. Che il lavoro, il lavoro in sicurezza torni ad essere l' essenza e la priorità delle sinistre".
 

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