PERUGIA - “La struttura dei Vigili del Fuoco, in Umbria, è composta da 600 persone (personale operativo, tecnico ed amministrativo), di cui 400 operano nella provincia di Perugia, 200 in quella di Terni. Nel 2013 (da gennaio ad oggi)  sono stati effettuati (soccorso tecnico urgente) 9820 interventi (di cui 1380 per incendi) nella provincia di Perugia; 3984 (di cui 639 per incendi) in quella di Terni. La media è di 40 al giorno”.    

           
Lo ha detto stamani in Seconda Commissione, presieduta dal vice presidente Massimo Mantovani, il direttore regionale dei vigili del Fuoco dell'Umbria, Gioacchino Giomi nel corso di un'audizione dove è stata illustrata ai consiglieri regionali l'organizzazione della struttura e l'attività svolta nell'ultimo anno.

 

Giomi, accompagnato da Stefano Marsella (Comandante provinciale di Perugia) e dal funzionario Maurizio Fattorini, ha evidenziato che, nell'anno in corso, sono stati effettuati e stanno avendo corso interventi legati a calamità nazionali, in Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna. Nell'isola, dopo le alluvioni degli ultimi giorni, sono partite dall'Umbria due unità operative, composte da ruspisti e dai mezzi necessari.

 

Dopo aver ricordato che i vigili del fuoco si occupano della sicurezza della vita umana, della incolumità delle persone e della tutela dei beni e dell'ambiente, il direttore ha spiegato che la struttura nazionale dei Vvff mette a disposizione delle Regioni, risorse, mezzi e personale per gli interventi necessari allo spegnimento degli incendi boschivi, anche attraverso l'utilizzo degli aerei Canadair, dati in uso dalla Protezione Civile.

 

Giomi ha poi sottolineato l'esigenza di “intervenire sul ripianamento degli organici. In Italia, e l'Umbria è nella media nazionale, c'è una carenza endemica del 25-30 per cento. Sarebbe necessario – ha detto – avere ulteriori risorse da usare con parsimonia ed oculatezza, utili per pagare gli straordinari a chi viene richiamato in servizio dal suo turno di riposo a causa di situazioni improvvise e gravi. Nell'ambito della convenzione sottoscritta con la Regione Umbria – ha detto -, per il potenziamento stagionale dei dispositivi di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, auspico la previsione di maggiori risorse utili a mettere in campo ulteriori attività”.
 

“Di grande importanza – ha fatto poi sapere -  è l'operatività che arriva dal volontariato. In Italia sono 600 mila i vigili del fuoco volontari ed anche in Umbria il loro numero è particolarmente alto. Si può diventare quindi vigile del fuoco anche facendo un altro lavoro, basta essere ammessi a corsi di formazione appositamente indetti”.

 

Tra i progetti in itinere, dopo aver ricordato che è in fase di ultimazione il centro nazionale cinofili di Città di Castello, Giomi ha voluto evidenziare l'attività didattica che i vigili del fuoco stanno svolgendo nelle scuole, grazie soprattutto al supporto di molti vigili in quiescenza. “La prossima settimana – ha concluso - verrà anche sottoscritto un protocollo, insieme ad Inail e Asl, con gli Istituti penitenziari presenti sul territorio regionale dove, secondo le proprie competenze, verranno svolti corsi formativi”.

 

Nel corso dell'audizione è anche emerso che, in Umbria, dislocate nel territorio, sono presenti 35 stazioni di rilevamento del grado di radioattività a terra. E che i valori rilevati sono tutti nella soglia di base. Valori rimasti tali – è stato sottolineato - anche nel periodo successivo all'incidente nucleare di Fukushima. Diversamente da quanto avvenne invece nel 1986 a Chernobyl.

 

L'audizione si è conclusa con l'invito di Giomi alla Commissione di visitare il Centro addestramento acquatico di Papigno.

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