CITTA’ DI CASTELLO - Come ormai da tradizione per la Fiera delle Utopie Concrete, il modo migliore per avere una risposta a queste domande è stato coinvolgere chi le vive in prima persona. Ecco così che da fine aprile la classe 5^c del liceo classico tifernate “Plinio il Giovane” è stata protagonista di un progetto di ricerca che, partendo dal tema della Fiera di quest'anno – la lungimiranza, come virtù per costruire un futuro sostenibile – ha portato i giovani studenti a confrontarsi sulle aspettative, proprie e delle generazioni passate, verso il futuro. Un lavoro che si concluderà con la presentazione ufficiale dei dati raccolti, sabato 22 ottobre, in occasione dell'ultima giornata dell'edizione 2011 della Fiera delle Utopie Concrete, in programma dal 20 ottobre a Palazzo Bufalini, nel centro storico di Città di Castello.

“Questo è il terzo percorso formativo su cui collaboriamo con la Fiera delle Utopie Concrete – spiega Rossella Mercati, dirigente scolastico del liceo tifernate – sempre con ottimi risultati dal punto di vista culturale ed educativo”.

Quest'anno, i 17 studenti coinvolti hanno intervistato genitori e nonni per capire quali erano le loro aspettative per il futuro quando avevano la loro età. Un confronto che gli ha permesso di relazionarsi con sogni e speranze dei loro coetanei delle generazioni precedenti, permettendo ai ragazzi tifernati di sviluppare, all'interno della Fiera, una importante riflessione: se quasi tutte le previsioni del passato non si sono verificate nel nostro presente, per quale motivo il futuro del 2030/2040 dovrebbe essere la realizzazione delle proiezioni di oggi? Potrebbe essere che le proiezioni di oggi del “No future” servano più che altro come strumento di disciplina?

“Gli studenti hanno tutti intorno ai 18 anni – prosegue la dirigente - e fra poco si troveranno di fronte a scelte importanti nella loro vita, sia personale che lavorativa. Sono consapevoli delle difficoltà che dovranno affrontare, senza però perdere fiducia nel futuro: sta a loro darsi da fare”. In attesa di poter analizzare i dati raccolti, tirando le dovute conclusioni, si può intanto anticipare che è emersa una grande sensibilità ed empatia nei confronti dei racconti dei loro familiari più grandi.

“I ragazzi - sottolinea Rossella Mercati - si sono resi conto che le incertezze e i dubbi che hanno nei confronti del futuro sono molto simili a quelli che avevano i loro genitori o nonni alla loro età. Con la differenza, però, che rispetto al passato le condizioni materiali sono sicuramente molto migliorate, e quindi i giovani hanno diversi motivi per essere ottimisti”.

Altro aspetto che emerge dall'analisi, é in generale una percezione dei temi ambientali e sociali più attuali molto legata alla quotidianità familiare, e all'azione di tutti i giorni. A valere, per gli studenti coinvolti, più della teoria è la “buona” pratica di ogni giorno, come nel caso della tutela ambientale: ben più delle speculazioni teoriche è importante, ad esempio, la pratica della raccolta differenziata, che interessando anche il nostro territorio li ha responsabilizzati sulle tematiche ecologiche.

 

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