Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil esprimono soddisfazione per i risultati che la società sta raggiungendo sotto la guida dell’amministratore unico Giambartolomei

(AVInews) – Perugia, 9 dic. – “Dopo anni di particolari difficoltà, Umbraflor si colloca ora tra le più importanti aziende a livello nazionale nel settore florovivaistico. Questi risultati si stanno raggiungendo per i precedenti investimenti nel settore commerciale, ma soprattutto grazie a un sapiente lavoro di sviluppo e riorganizzazione portato avanti, sotto la guida dell’amministratore unico Matteo Giambartolomei, con la partecipazione di tutti i dipendenti”. A seguito dell’incontro di Villa Umbra con cui la Regione ha presentato il bilancio sociale delle sue partecipate, compresa appunto Umbraflor, le organizzazioni sindacali di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria esprimono grande soddisfazione per i risultati ottenuti dalla società.

Umbraflor bene comune. “Progetti futuri come l’inserimento sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati – proseguono i sindacati –, la collaborazione con le scuole del territorio o la creazione di un percorso ciclopedonale all’interno dell’azienda sono espressione di come Umbraflor sia diventata un bene comune che si interfaccia e relaziona con il territorio. L’azienda, ormai punto di riferimento nel suo settore grazie a collaborazioni con importanti partner quali Università degli studi di Perugia, Cnr e Parco tecnologico 3°, ha acquisito una propria identità e una struttura ormai solida, sempre più leader in un mercato difficile e in continua evoluzione”.

Stabilizzazione dei dipendenti. “Gli ottimi risultati raggiunti – sottolineano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – e un positivo bilancio economico, sono esempio virtuoso di come amministrare e rendere partecipi tutti i dipendenti alla realizzazione di un progetto sia possibile anche in Umbria e in Italia. È indispensabile proseguire nel confronto costruttivo tra l’amministratore delegato e le organizzazioni sindacali, ma riteniamo non più rinviabile avviare un percorso di stabilizzazione dei dipendenti tramite la trasformazione dei loro contratti da tempo determinato a indeterminato, dando valore alla professionalità dei lavoratori. Non possiamo permettere che il precariato continui a essere il rapporto di lavoro dominante anche in un ente regionale e che si disperda quanto di buono fatto, rischiando inoltre di non avere più a disposizione le persone che con dedizione e partecipazione hanno contribuito al risanamento dell’azienda. Invitiamo, perciò, l’amministratore a discutere in modo concreto di ciò già dal prossimo incontro”.
 

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