Il punto nascita del Santa Maria della Misericordia di Perugia rappresenta il massimo dal punto di vista dell’efficienza e della qualità dei servizi erogati. Questo nonostante il grave sottodimensionamento dell’organico che, ormai da anni, mette in seria difficoltà le ostetriche del Polo Unico e i reparti in cui le stesse sono impiegate. Ad aggravare la situazione sono stati, negli ultimi anni, la continua crescita di richieste da parte dell’utenza e il contemporaneo aumento dei livelli qualitativi offerti dalla struttura di Perugia. Al Santa Maria, in media, le ostetriche lavorano con una decina di unità in meno rispetto a quanto stabilito.

“Nella provincia di Perugia – sostiene il coordinamento professionale delle ostetriche della Uil-Fpl – sono attivi, oltre a quello del Polo Unico di Perugia, altri sette punti nascita. In tutti questi, nel 2010 sono stati effettuati 6.267 parti. Di questi, ben 2.022 – un terzo del totale - solo al Santa Maria della Misericordia. Il personale ostetrico, alla luce di questo, dovrebbe subire una seria riorganizzazione, che vada a riequilibrare la distribuzione delle unità lavorative a seconda delle necessità e dei servizi svolti. Il punto nascita di Perugia rappresenta il punto di riferimento regionale, nel quale sono affrontati interventi considerati ad alto rischio e dove è presente un team multidisciplinare in grado di fronteggiare in maniera ottimale qualsiasi tipologia di problema”.

Da qui la richiesta alla Regione e all’assessore alla Sanità Franco Tomassoni: “Si faccia carico di una riorganizzazione del personale ostetrico utilizzato nei punti nascita della provincia di Perugia e di quella di Terni, dove la situazione non crediamo sia migliore”. Questo anche per rispondere ai dettami normativi vigenti stabiliti dal Pomi (Progetto obiettivo maternità infantile, compreso nel Piano sanitario nazionale), che oltretutto saranno presto modificati dall' Accordo stato- regioni che, siglato il 3 dicembre 2009, dovrebbe essere attuato quanto prima e introdurre uno standard operativo nati/anno pari a 500 – 1.000 per un punto nascita di primo livello e di oltre 1.000 per un secondo livello. “Considerato tutto questo – conclude il coordinamento ostetriche Uil-Fpl - la Regione e l’assessorato alla Sanità devono riconsiderare la mappatura dei punti nascita di tutta l’Umbria, cercando di trovare le soluzioni migliori per far fronte ai problemi generati da politiche del personale che finora non sono state all’altezza della situazione”.

Ufficio stampa Uil Umbria
 

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