TREVI - Giuseppe Coraggi è il “Volontario dell’anno 2018” designato dal Comune di Trevi “per aver mostrato, nei tanti contesti associativi a cui ha preso parte, grande sensibilità e altruismo; perché in tutta la sua vita, dopo aver adempiuto ai doveri familiari, professionali e civili, ha impiegato il suo tempo libero in servizi utili per la comunità e per le persone bisognose”.

La cerimonia di consegna dell’attestato si è svolta nella chiesa di San Francesco alla presenza del sindaco Bernardino Sperandio, dell’assessora alle politiche socio sanitarie, Stefania Moccoli, del Consigliere Cesvol Umbria, Sauro Bargelli, dell’insegnante Antonella Bartoli delegata a rappresentarla dalla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Tommaso Valenti”, Simona Perugini, del Presidente del Centro sociale Arcobaleno di Trevi, Claudio Alleorie  e dell’assessore regionale alla salute, coesione sociale e welfare, Luca Barberini.

“La nostra manifestazione è giunta alla dodicesima edizione – ha sottolineato Sperandio – a testimonianza di come la nostra comunità riconosca il volontariato come elemento fondamentale per l’etica sociale e la messa in pratica della parola rispetto”.

Una parola che è risuonata negli interventi che si sono succeduti a partire da quello Sauro Bargelli che ha rimarcato come il volontariato non debba solo essere apprezzato, ma soprattutto imitato. “Vorremmo essere di più” ha aggiunto, ricordando che “a breve sarà celebrato il settantesimo della dichiarazione dei diritti fondamentali dell’individuo. Un trattato da rileggere perché si è individui a prescindere da dove si è nati, dal colore della pelle, dall’avere o non avere salute, dall’avere svantaggi fisici o psichici”. Bargelli ha infine lodato l’iniziativa di Trevi che “ha il merito di valorizzare e portare alla ribalta il bene che c’è”.

“Lavoriamo tanto sul rispetto dell’altro e l’inclusione con i nostri alunni – ha dichiarato Antonella Bartoli –. La solidarietà non è una disciplina, ma è interdisciplinare perché tocca ogni aspetto e i nostri bambini devono imparare la solidarietà perché solidali non si nasce. Vivere in un luogo pieno d’amore può insegnarla”. L’assessora Moccoli ha illustrato il progetto di volontariato sociale “Insieme a formare un Arcobaleno a colori” realizzato dall’amministrazione comunale con il Centro sociale Arcobaleno, l’Associazione piloti volontari di Trevi e l’Arci che prevede oltre 500 ore che i volontari dedicheranno alle persone disabili e alla vigilanza davanti alle scuole. Il progetto ha partecipato al bando del Cesvol e si avvarrà per l’80% di finanziamenti regionali, mentre il restante 20% sarà a carico del Comune. Ringraziamenti all’assessora Moccoli e all’assessore regionale Barberini sono stati rivolti dal presidente dell’associazione Arcobaleno, Alleori.

Nel consegnare il premio a Coraggi, Barberini ha rimarcato come Trevi si distingua ancora una volta come città particolarmente sensibile ai temi del volontariato. “Una comunità solidale non lascia indietro nessuno – ha aggiunto -. In modo silenzioso si mette a disposizione degli altri. L’iniziativa di Trevi è lodevole perché dimostra gratitudine verso il volontariato”. Barberini ha poi sottolineato che il progetto presentato dalle associazioni trevane è stato tra i più significativi proprio perché non dimentica gli ultimi.

La Menzione speciale è andata a Fabio Berardi “per essersi dimostrato particolarmente attento e partecipe alle attività degli uffici comunali – dove ha svolto il servizio civile nazionale – recandosi a supporto degli impiegati anche una volta terminato il suo periodo retribuito; un bell’esempio di cittadinanza attiva e di attaccamento alla comunità”.

I premi per la sezione “Dare una mano colora alla vita” riservato alle scuole dell’Istituto comprensivo di Trevi sono andati VA e VB della scuola primaria Borgo Trevi; IV A della scuola primaria T.N. Trevi “per l’impegno nel trasmettere ai compagni i valori del rispetto per il prossimo”. Premiate anche alcune alunne della scuola secondaria di primo grado autrici del calendario 2019 “Daniele Chianelli” per “aver dedicato il tempo extrascolastico alla realizzazione di elaborati grafici che hanno come filo conduttore quello di celebrare la vita attraverso e nonostante la malattia; disegni che sono un inno all’amore e alla speranza per un futuro libero dal dolore e dai condizionamenti”.

 

 

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