Ennesima fumata nera da parte del board di Jindal, che ha ancora una volta
rigettato le mediazioni elaborate con il liquidatore della Treofan.
Un punto di mediazione sofferto che avrebbe agevolato il processo di
reindustrializzazione del sito produttivo.
Un punto di mediazione equilibrato ancora una volta reso vano dall'arroganza
del management della multinazionale indiana di cui l'unico obbiettivo è quello
di distruggere definitivamente lo stabilimento di Terni, trascinando in una
complessiva agonia l'intero polo chimico e la comunità ternana.
I lavoratori e le OO.SS. hanno da sempre ricercato un accordo che prevedesse
la continuità produttiva, pur in presenza di molteplici opportunità legali da fare
valere nelle sedi opportune dopo le tante malefatte degli amministratori
dell'azienda.
Ieri sera Jindal rigettando l'accordo ha decretato la indisponibilità a trovare una
soluzione pacifica alla vertenza, motivo per cui ora, si prepara la durissima
battaglia legale che porterà la multinazionale di fronte ai giudici italiani e
saranno chiamati a rispondere.
Nel frattempo la fabbrica torna nelle mani dei lavoratori che da oggi
OCCUPANO LO STABILIMENTO IMPEDENDO CHE UN SOLO MACCHINARIO ED
UN SOLO GRAMMO DI PRODOTTO SIA PORTATO FUORI.

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