PERUGIA - “Mantenere la la figura dell'autista-soccorritore a bordo delle ambulanze, perché il personale è già formato secondo le linee guida approvate dalla Conferenza Stato-Regioni e se si scindono le due mansioni si mette in atto un aggravio di costi dovendo pagare una persona in più per ogni equipaggio”: lo hanno detto stamani in audizione i rappresentanti delle associazioni che si occupano di trasporto sanitario in Umbria (Croce rossa, Croce bianca, Stella d'Italia, Oppa e Misericordie) ai membri della Commissione Sanità dell'Assemblea legislativa, presieduta da Massimo Buconi.

Le associazioni hanno rimarcato, consegnando un documento unitario, che “non si comprende lo sdoppiamento della qualifica di autista soccorritore, poiché l'autista dell'ambulanza deve aver svolto gli specifici percorsi formativi con il conseguimento delle relative attestazioni, nel rispetto delle linee guida approvate dalla Conferenza Stato-Regioni del 2003, mentre senza la qualifica di soccorritore non sarebbe tenuto ad effettuare alcun intervento di natura professionale correlato al soccorso, con la conseguenza che le aziende sanitarie dovrebbero pagare un dipendente in più su ciascun mezzo, con notevole aggravio dei costi. Ad ogni buon fine – conclude il documento – si richiamano le indicazioni del Ministero della Salute in merito alla composizione degli equipaggi per ogni tipologia di soccorso, nelle quali è sempre prevista la figura dell'autista soccorritore”. È stato detto inoltre che in altre regioni, come la Toscana, tale figura è già normata con apposito attestato di idoneità che ne comprova la professionalità.

Rilevato il rischio di procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea, le associazioni umbre chiedono “norme quadro per riformare una 'giungla normativa' su cui l'Ue si inserisce chiamando a risponderne le singole regioni, che generalmente vanno a Strasburgo a difendersi da sole, senza alcun intervento del Governo italiano. In Europa – è stato rimarcato – non c'è una cultura del volontariato come quella che anima l'Italia, né sarebbe possibile pagare tutti i volontari di protezione civile che si mettono all'opera in una situazione di calamità. Inoltre, in alcune regioni italiane il trasporto sanitario è stato incluso nel Sistema sanitario regionale”. Chiesta anche una distinzione nell'accreditamento tra i servizi di emergenza e quelli solo per il trasporto ordinario di malati.

Nel documento unitario presentato dalle associazioni si chiede pertanto di accogliere la modifica consistente nella figura dell'autista soccorritore unita a quella del soccorritore previsto in equipaggio per il trasporto ordinario e per quello di supporto all'emergenza-urgenza, nonché a quella di infermiere e medico nel trasporto sanitario di emergenza urgenza con ambulanze avanzate.

Infine, le associazioni chiedono 'a gran voce' maggiori risorse: “fino ad oggi – hanno detto – siamo andati avanti con affidamenti in proroga basati sui costi del 2010, ma quelli per il  carburante hanno continuato a crescere e non ci sono più le risorse per sostenere i costi economici d'esercizio”.

 

 

Condividi