Una grande manifestazione regionale per il lavoro, con sciopero generale in tutta la provincia. Martedì 18 giugno è il giorno della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil a Terni, con il sostegno di tutte le istituzioni locali, per il futuro dell'Ast (Acciai speciali Terni, nota a molti come ex ThyssenKrupp) e più in generale per il futuro di un intero territorio, per il lavoro e per la democrazia. Una mobilitazione fortemente voluta anche per ribadire la tradizione democratica e pacifica del movimento sindacale e dei lavoratori di Terni, dopo la brutta pagina scritta lo scorso 5 giugno, quando l'immagine del sindaco Di Girolamo ferito alla testa e le cariche della polizia hanno rischiato di offuscare le ragioni di una protesta pacifica e sacrosanta in difesa del futuro di un intero territorio.

“Crediamo che la battaglia in difesa dell’Ast meriti il sostegno e il rispetto di tutti”, hanno ribadito nella conferenza stampa di presentazione della mobilitazione i tre segretari generali dei sindacati umbri, Mario Bravi, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini, particolarmente critici con la gestione dell'ordine pubblico in occasione dell'ultima manifestazione dei lavoratori di Ast. “Torniamo quindi di nuovo in piazza – hanno spiegato - per rimettere al centro non solo la battaglia in difesa di Ast, ma dell’intero apparato manifatturiero umbro, patrimonio senza il quale non esistono prospettive per il futuro di questa regione”.

E l'importanza dell'appuntamento è testimoniata anche dalla partecipazione dei segretari nazionali dei sindacati: a concludere la manifestazione in piazza della Repubblica (diretta streaming su Radioarticolo1 dalle ore 10.30), saranno infatti Guglielmo Loy per la Uil, Pietro Cerrito per la Cisl e Susanna Camusso per la Cgil.

Intanto, la situazione delle acciaierie ternane è sempre più preoccupante. Ast, fiore all'occhiello della siderurgia speciale in Italia ed in Europa (soddisfa circa il 15% della domanda europea di acciaio inossidabile e il 35% di quella italiana), è, come noto, al centro di un processo di vendita, che sta attraversando una preoccupante fase di stallo. I finlandesi di Outokumpu, attuali proprietari del sito ternano, giudicano le offerte presentate inaccettabili (compresa l'unica veramente in pista, quella della cordata Aperam-Arvedi-Marcegaglia) e quindi prendono tempo, rinviando il termine fissato per la vendita.

A Terni, naturalmente, la produzione risente di questo stallo e Ast perde quote di mercato, anche a vantaggio della stessa Outokumpu. “Stanno giocando sporco – spiega il segretario generale della Cgil provinciale, Attilio Romanelli – attuando una politica dei prezzi molto aggressiva nei loro stabilimenti e sottraendo quote di mercato ad Ast e agli altri competitors europei. In poche parole – accusa Romanelli - stanno facendo dumping industriale, con scelte mirate a trasferire altrove i volumi e le attività”. E, in effetti, il depotenziamento del sito ternano è sotto gli occhi di tutti: da 120mila tonnellate al mese di fuso, si è passati a 90mila, con una cassa integrazione che sfiora mediamente i sette giorni al mese.

Ecco l'urgenza della mobilitazione ternana, tappa importante verso la manifestazione nazionale del 22 giugno a Roma, per richiamare anche il governo alle sue responsabilità in difesa delle acciaierie. “Ast è un'industria competitiva, tecnologicamente avanzata, il più grande impianto industriale del centro Italia e il più grande impianto di acciai speciali del paese – afferma il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, anche lui naturalmente in corteo con i sindacati – ed è per questo inaccettabile che la nostra fabbrica stia perdendo produzione e mercato in conseguenza di dinamiche europee che ci passano sopra la testa. Il governo – prosegue il sindaco – deve fare tutto quanto necessario per difendere le sue produzioni e le sue eccellenze”.

Fonte: rassegna.it

Condividi