PERUGIA - “Un insieme di misure che, partendo dall’immediato fino ad assumere un carattere strategico, hanno il comune obiettivo di fare uscire l’Umbria dalla crisi, favorendo competitività e occupazione”: così l’assessore regionale allo sviluppo economico, Gianluca Rossi, ha presentato i due provvedimenti, il Documento di indirizzo triennale per le politiche industriali e il Piano triennale per le politiche attive del lavoro dell’Umbria, predisposti dai competenti uffici regionali e sottoposti oggi alla partecipazione degli appositi Tavoli tematici dell’Alleanza per l’Umbria.

Interventi integrati per rilanciare il sistema regionale - “Abbiamo definito un pacchetto integrato di interventi per la crescita del sistema Umbria – ha detto Rossi -, messo a leva da azioni strategiche che per le politiche industriali mirano al miglioramento del contesto normativo ed istituzionale, all’attuazione di politiche di contrasto alla crisi e di politiche per l’innovazione e la competitività, mentre l’incremento dell’occupazione, il miglioramento della qualità e la valorizzazione del capitale umano sono gli assi di riferimento della proposta di Piano triennale del lavoro 2011-2013 – ha detto Rossi. Entrambi i provvedimenti – ha aggiunto l’assessore – contengono azioni, misure ed interventi specifici che puntano al rafforzamento del sistema economico regionale e alla promozione della occupabilità, grazie all’integrazione di politiche di sviluppo, del lavoro e delle risorse disponibili, derivanti per la quasi totalità dagli strumenti di programmazione comunitaria, visti i tagli operati dal Governo nazionale”.

2011-2013: tre anni di politiche industriali - In questo quadro il documento triennale delle politiche industriali individua opportuni strumenti finanziari, per l’accesso al credito e la capitalizzazione d’impresa, l’autoimpiego ed il microcredito, e specifiche modalità di gestione delle crisi industriali, calibrate sulle dimensioni e sulla rilevanza delle diverse situazioni, oltre a politiche per la competitività del sistema nell’ambito delle quali il potenziamento delle infrastrutture riveste un ruolo imprescindibile. A ciò si aggiungono politiche basate sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, in coerenza con le tematiche della Green Economy, la promozione dei processi di investimento, l’acquisizione di servizi innovativi e l’utilizzo di tecnologie per l’informazione e la comunicazione.


Gli interventi per l’”emergenza lavoro” - Per quanto riguarda il Piano per il lavoro, le politiche attive del lavoro, articolate in azioni di sistema ed interventi specifici, continueranno a rappresentare lo strumento principale per innalzare la competitività dell’Umbria, anche alla luce delle priorità individuate dalla Strategia Europa 2020. Particolare attenzione è rivolta alla sostenibilità ambientale e quindi all’occupazione nei settori della Green Economy, alle categorie che presentano maggiori criticità, disabili, donne, lavoratori percettori di ammortizzatori sociali o over 45, migranti e giovani fuoriusciti dai percorsi di istruzione e formazione, con l’obiettivo di favorire l’occupabilità per tutto l’arco della vita e l’emersione del sommerso, di contrastare la precarietà e di potenziare la ricerca e l’innovazione. Tra le azioni di sistema del Piano quelle per favorire l’occupabilità lungo l’arco della vita, e la definizione di un nuovo “Masterplan” regionale dei servizi per il lavoro, che anche in assenza di uno standard nazionale di riferimento consenta di fissare le diverse tipologie di servizi, i relativi standard e timing offerti dal sistema regionale dei servizi per l’impiego. A ciò si aggiunge la sperimentazione, già avviata in Umbria, della borsa lavoro “ClicLavoro”, e interventi per rilevare i fabbisogni formativi del contesto produttivo umbro, in stretta connessione con lo sviluppo del sistema regionale degli standard professionali e con il coinvolgimento dell’Osservatorio sulla formazione continua. La lotta al sommerso è inoltre ritenuta una priorità di forte impatto economico e sociale per questo la Regione si farà dunque promotrice di specifici analisi e studi che possano contribuire all’emersione.

Disoccupazione e inserimento giovani - Tenendo conto degli obiettivi già definiti per gli Assi prioritari del Programma operativo regionale 2007/2013, il Piano mira a garantire l’adattabilità dei lavoratori, a migliorare l’occupazione dei giovani e delle diverse fasce di disoccupati e inoccupati, a perseguire l’inclusione sociale con l’inserimento lavorativo delle fasce deboli, a qualificare il sistema e le prassi di istruzione, formazione e lavoro lungo l’arco della vita, con particolare attenzione al potenziamento della ricerca e dell’innovazione, e a costruire e rafforzare reti di collaborazione per progetti innovativi con altre Regioni italiane ed europee. Traversali a tutti gli interventi individuati saranno inoltre le linee di azioni definite dalla Strategia “Europa 2020”, finalizzate alla crescita “intelligente”, per sviluppare una economia basata sulla conoscenza e l’innovazione, “sostenibile”, per promuovere una economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva, e “inclusiva”, per una economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

“Crescita intelligente”, green-economy e turismo-ambiente-cultura - Gli interventi specifici, rivolti ai target in particolari difficoltà, sono stati declinati tenendo conto delle priorità dell’Agenda 2020. In particolare per quanto riguarda la “crescita intelligente” sono previste misure per favorire: l’inserimento occupazionale, con la creazione di figure professionali richieste soprattutto nei settori strategici dell’economia umbra, tra questi le attività legate alla green economy e la filiera turismo-abiente-cultura; la crescita della partecipazione attiva delle donne ed il loro inserimento lavorativo, si lavorerà ad esempio su per conciliare i tempi di lavoro e per potenziare i servizi di cura alla persona; lo sviluppo delle risorse umane nelle imprese, attraverso percorsi formativi e l’attivazione di assegni di ricerca per progetti presso imprese, università e centri di ricerca.

 

SCHEDA

Il Documento triennale delle politiche industriali 2011-2013 si apre su un quadro finanziario di riferimento che mostra particolare difficolta'. Le risorse per le politiche industriali in Umbria, per lo piu' derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali nell'ambito del Programma operativo regionale FESR, hanno infatti subito il taglio dei trasferimenti statali (- 230milioni per l'Umbria sul Fondo aree sottoutilizzate, a cui si aggiunge l'azzeramento del Fondo Unico per le attivita' produttive) e la mancata riprogrammazione di alcuni importanti Accordi di programma quadro. Le politiche industriali del triennio dovranno articolarsi in tre principali assi di intervento connessi fra loro: il miglioramento del contesto normativo ed istituzionale, le politiche di contrasto alla crisi, le politiche per l'innovazione e la competitivita'. Per migliorare il contesto normativo ed istituzionale e' prevista l'approvazione di una nuova legge quadro sull'artigianato, di norme di snellimento dei rapporti tra PA e imprese e la revisione delle norme sulla creazione d'impresa, attualmente disciplinate dalla legge regionale 12/95. Sara' inoltre realizzato il nuovo software operativo degli Sportelli unici a disposizione dei Comuni, con una sollecita formazione e promozione. Saranno infine riorganizzate le Agenzie regionali per lo sviluppo. Relativamente alle politiche regionali di contrasto alla crisi, sul versante finanziario e' prevista l'attuazione operativa dell'iniziativa congiunta tra Regione ABI, ANCI e UPI per facilitare l'accesso al credito dalle imprese che contrattano con la P.A.; la verifica sull'opportunita' di applicare anche in Umbria l'articolo 18 del D.lgs 112 relativo alla facolta' concessa alle Regioni di determinare interventi del Fondo Centrale di Garanzia esclusivamente nella forma della controgaranzia a favore dei Consorzi fidi operanti sul territorio umbro; l'entrata a regime dell'operativita' di Gepafin quale intermediario vigilato da Banca d'Italia e in grado di rilasciare garanzie Basilea 2 ''compliant''; accordi con il sistema delle Autonomie locali per l'ulteriore implementazione del Fondo anticrisi costituito presso Gepafin; diversificazione delle modalita' operative dello stesso Fondo anticrisi tenendo conto dell'emergere di nuove istanze ed esigenze come quelle legate all'indotto delle grandi imprese in crisi; studio di un Fondo regionale di sostegno al ''project financing'' per riattivare il ciclo dell'edilizia. Sulle crisi industriali la Regione intende mettere in campo un'iniziativa regionale strutturata che fa leva sull'aggiornamento delle procedure di gestione concertata delle crisi reversibili d'impresa. La dimensione e la rilevanza delle situazioni delle grandi crisi industriali - secondo il Documento - vanno collocate in un contesto nazionale, in cui la Regione esercita un ruolo di proposta, di supporto e di tutela rispetto agli interessi del territorio e contribuisce in termini programmatici e, se richiesto, finanziari. Esempio da seguire e' quello dell'Accordo di programma per la crisi della Antonio Merloni. Sulla base di questo modello di intervento la Regione ha chiesto al Governo nazionale l'attivazione di un Accordo di programma finalizzato allo sviluppo del Polo chimico di Terni, anche in continuita' con le previsioni di intervento contenute nel Patto di Territorio di cui e' necessario garantire in tempi brevi l'aggiornamento e la continuita' programmatico operativa. Obiettivi specifici delle politiche regionali per la competitivita' di sistema sono: l'evoluzione verso i nuovi ''break trough'' tecnologici con riferimento particolare alla green economy; la costruzione di opportunita' distintive per un sistema produttivo la cui connotazione manifatturiera puo' essere punto di forza per il nuovo sviluppo; il potenziamento degli strumenti per il consolidamento della struttura patrimoniale di imprese con capacita' di crescita ed innovazione. La politica industriale sara' selettivamente indirizzata allo stimolo, alla ricerca e l'innovazione per le PMI, alla creazione e lo sviluppo di Poli di innovazione secondo il modello europeo, al rafforzamento delle reti di impresa, filiere e sistemi di impresa, al sostegno alla creazione d'impresa, di ''start up'' e ''spin-off'' tecnologici siano essi di matrice universitaria o industriale. Si punta inoltre al completamento o significativo avanzamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie ritenute strategiche dalla programmazione regionale. Risorse regionali e fondi strutturali saranno utilizzati per il completamento della dorsale in fibre ottiche e del complesso degli investimenti per superare il ''digital divide''. Le politiche di sviluppo basate su innovazione, ricerca e sviluppo saranno declinate in coerenza con le tematiche della ''green economy'', con obiettivi prioritari coerenti tra di loro. Un ''pacchetto verde'' di interventi sara' finalizzato a: promozione delle attivita' di ricerca e di innovazione ''green''; sviluppo sostenibile del sistema delle imprese umbre; riorientamento del sistema produttivo umbro nei suoi diversi settori verso i nuovi mercati connessi allo sviluppo della Green Economy. La committenza pubblica e' chiamata a sostenere i processi di riconversione produttiva verde del sistema produttivo mediante incentivi a programmi mirati di investimento supportati dall'acquisizione dei necessari servizi avanzati e l'utilizzo di strumenti di ingegneria finanziaria.La reindustrializzazione del Polo chimico ternano sara' perseguita con un ruolo e interventi coordinati della Regione e del Governo.
Saranno inoltre orientate risorse e professionalita' verso le piattaforme tecnologiche regionali per lo sviluppo: energie innovabili ed efficienza energetica, sistemi di competenze manifatturiere multisettoriali (meccatronica e meccanica avanzata), materiali speciali e micro e nano tecnologie e scienze della vita. Il sostegno ai programmi di ricerca e sviluppo delle imprese e ai Poli di innovazione caratterizzera' le politiche regionali, sulla via del bando gia' espletato al quale hanno concorso 170 imprese, con una previsione di 16 milioni di euro di investimenti. Azioni specifiche e risorse saranno dedicate alla partecipazione alle reti internazionali di ricerca, alla mobilita' dei ricercatori (progetto Ue COFUND) e alla implementazione dei processi di brevettazione. Per l'internazionalizzazione delle imprese si puntera', in via prioritaria, sui mercati di Germania, Nord America, Brasile e Russia, e sui comparti della meccanica avanzata, agroalimentare, moda abbigliamento, arredo casa, settori della Green Economy. Lo strumento fondamentale di sostegno agli investimenti delle imprese artigiane e delle PMI puo' essere individuato nel Fondo Rotativo istituto presso la Cassa Depositi e Prestiti, per il quale lo stanziamento assegnato, in prima battuta, a favore della Regione Umbria e' pari a 28 milioni di euro. In materia di domanda di servizi, le imprese saranno sostenute per l'introduzione di sistemi di gestione certificati, il miglioramento in diverse aree aziendali di intervento, per la prima partecipazione a fiere e mostre, l'ideazione, progettazione e registrazione di marchi, l'accesso e la presenza ''produttiva'' in ambiente web, la concessione e il riconoscimento di brevetti e di altri diritti di proprieta' industriale. Attraverso la linea di attivita' rivolta alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, finanziata soprattutto con il POR FESR, si intende sostenere l'innovazione nelle imprese e sistemi di imprese attraverso lo sviluppo di contenuti, applicazioni e servizi digitali, la progettazione e realizzazione di componentistica innovativa nel campo delle TIC, l'innovazione di processo e prodotto attraverso la componentistica TIC, l'introduzione delle nuove tecnologie in settori attualmente considerati tradizionali. Per l'accesso al credito nel documento si individua in Gepafin l'intermediario finanziario vigilato da Banca d'Italia quale baricentro di una rete con i Confidi regionali. Cio' dovrebbe consentire una riduzione del 20 per cento dell'accantonamento prudenziale in termini di capitale di vigilanza ''assorbito'' per le banche finanziatrici. Un vantaggio da trasferire alle imprese sottoforma di un piu' agevole accesso al credito e di minori tassi praticati. In materia di capitalizzazione delle imprese, la Regione, in collaborazione con Gepafin, sta verificando la possibilita' di costituire un Fondo Umbro d'Investimento in capitale di rischio, integrato con quello nazionale costituito da Cassa depositi e prestiti in collaborazione con alcuni istituti di credito. Il sostegno alla creazione d'impresa si avvarra' soprattutto dell'acquisizione di BIC Umbria spa. In considerazione di quanto previsto dal Programma di legislatura e dalla proposta di DAP per il 2011 sono inoltre previste quattro tipologie di interventi finanziabili: creazione di PMI (con incentivi decreto leg. 185/2000 e legge reg. 12/95), auto impiego e microimpresa ((sara' costituito un Fondo per il microcredito per progetti fino a 15mila euro), start-up tecnologici compresi spin-off accademici e imprese femminili. Il documento della Giunta contiene infine indirizzi relativi a Sviluppumbria, Gepafin e Centro Estero Umbria coerenti con le politiche delineate.
 

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