di Lorenzo Falistocco

L’ emendamento presentato da alcuni deputati di LeU e del Pd e da Sinistra Italiana, sulla proposta di tassazione progressiva sul patrimonio, mi sembra abbastanza chiaro e un inizio, andando incontro ad un principio di equità fiscale e giustizia sociale, con fondi per rafforzare il welfare state in settori come sanità, istruzione, ricerca e reddito.
Da quello che ho capito:
- Da 500mila euro la tassa di 0,2% andrebbe in molti casi più o meno a colmare la soppressione di altre tasse indirette sul patrimonio come Imu sulla seconda casa, imposta da bollo sui conti correnti e depositi titoli.
- Da sopra 1 milione di euro fino a 5 milioni la tassa è dello 0,5%, dai 10 milioni ai 50 milioni l’aliquota passa all’1%, oltre i 50 milioni passa al 2%, per il 2021 ci sarebbe un’aliquota straordinaria del 3% sui patrimoni sopra il miliardo di euro
- La tassa parte da 500mila euro per rimodulare in senso progressivo e semplificare la fiscalità sulla ricchezza con un’unica tassa. In pratica le variazioni principali riguarderebbero soprattutto le persone con più di 10 milioni di patrimonio, ma anche volendo essere più larghi riguardano chi ha più di 1 milione di euro di patrimonio e cioè il 5% della popolazione. Quindi parliamo di una misura che non riguarda affatto la stragrande maggioranza della popolazione come qualcuno ha insinuato.
- Si ricaverebbe un gettito quasi sicuramente superiore ai 10 miliardi, se non addirittura intorno ai 18 miliardi. Insomma fondi importanti per il reddito, l’istruzione e la ricerca pubblica, e la sanità pubblica.
- Ah, dimenticavo eliminando alcune tasse indirette vi sarebbe un piccolo risparmio per chi ha meno di 500 mila euro di patrimonio, cioè circa il 70% della popolazione
 

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