Il 22 giugno 1944 a Gubbio avviene il famoso eccidio nazista in cui 40 persone (i ‘Quaranta Martiri’) vengono fucilate come rappresaglia per l’uccisione in un bar di un ufficiale medico tedesco della Wehrmacht, Kurt Staudacher, operata da parte di alcuni giovani armati dal gap locale. Nel 2003 il figlio di questo medico, Peter che ha vissuto in Germania Est fino all’unificazione tedesca e non sa nulla della strage (sa solo che il padre è stato ucciso a Gubbio in guerra), visita l’Italia a passa per Gubbio, per conoscere il luogo dove il padre perse la vita. Qui scopre dell’eccidio, visita il Mausoleo del 40 Martiri, lascia la sua firma sul registro del Mausoleo senza scrivere null’altro. Guglielmina Roncigli era allora la presidente dell’associazione ‘Famiglie dei 40 Martiri’ (suo padre Vittorio è stato uno dei 40 fucilati). Nota nel registro delle firme il cognome Staudacher, che per lei vuol dire moltissimo. Lo cerca, alla fine trova l’indirizzo e gli scrive.

Ne nasce un’amicizia epistolare durata quasi 10 anni (fino alla morte di Guglielmina, avvenuta nel 2012), caratterizzata anche da un incontro avvenuto a Pomezia – luogo finale di sepoltura del dottor Karl Staudacher, che per anni ha risposato nel cimitero di Gubbio - in cui Peter regala a Guglielmina il cactus che il padre gli inviò dall’Italia come regalo per il suo primo anno di vita. Una pianta tenuta gelosamente per tutti questi anni. Guglielmina è morta nel 2012 e ha lasciato le sue lettere e quelle di Peter (che nel 2013 a sua volta ha incontrato la figlia di Guglielmina, Franca, che è andato a trovarlo in Germania) a un giornalista, Giacomo Marinelli Andreoli (tra l’altro direttore dell’emittente tv Trg – canale 11), che ne ha fatto un bellissimo libro dal titolo “Nel segno dei padri - La storia di Gugliemina e Peter”, edito da Marsilio, che verrà presentato domenica 19 febbraio a Gubbio, alle ore 17,30, nella sala convegni del Centro Servizi S. Spirito. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Gubbio, della Diocesi di Gubbio e dell'associazione “Famiglie dei 40 Martiri”. Il dottor Peter Staudacher (è medico come il padre Kurt) interverrà via Skype.

Una storia molto significativa che contiene in sé un messaggio universale. Ovunque un conflitto lascia ferite e macerie; e oggi più che mai c’è bisogno di un esempio come quello di Peter e Guglielmina, che hanno avuto la forza, la tenacia, la capacità di guardare oltre il muro. Le tracce del loro percorso, nel segno dei padri, dovrebbero guidarci nelle infinite incertezze del nostro presente. Né le colpe, né i meriti dei padri ricadono sui figli: ma Peter e Guglielmina capiscono che l’incontro, per quanto fortuito, ha lasciato in dono una responsabilità: la responsabilità di raccontare, di capire, di comprendere, di perdonare, di riconciliare. Anche se – come scrivono in una delle loro lettere - “Siamo come due bambini persi, diventati vecchi. Che si incontrano dopo una vita passata separatamente, per riconciliarsi. Anche se non abbiamo commesso nulla che meriti una riconciliazione”.

Il libro, come detto edito da Marsilio, è sia in cartaceo presso le migliori librerie, sia in ebook.

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